12 Ott 2011

 

Ecco come la vita superò la Snowball Earth

 

Nella lunga storia della Terra si sono verificati due o forse tre eventi di glaciazione globale, durante i quali il nostro pianeta si è trasformato in una gigantesca palla di neve. Quegli episodi, denominati "Snowball Earth" (termine coniato nel 1992 dal geobiologo Joseph Kirschvink) hanno interessato ere geologiche comprese fra gli 800 e i 550 milioni di anni fa, perdurando ciascuna per circa 10 milioni di anni. Poiché in quei tempi la vita era già abbondantemente presente negli oceani del nostro pianeta, benché sotto forma di semplici microorganismi, ci si è chiesti a lungo come potesse aver superato fasi così critiche, in cui acqua liquida e luce avrebbero dovuto essere assenti sotto la coltre di ghiaccio.
Secondo alcune correnti di pensiero, il problema nemmeno si pone in quanto la principale prova della Snowball Earth, ovvero la formazione di depositi glaciali a latitudini equatoriali, può trovare una diversa spiegazione. Quelli che invece sostengono la realtà di quegli eventi ritengono che per qualche motivo nelle acque aperte possono essere rimaste delle "oasi" liquide nelle quali filtrava la luce solare.
L'ultima pubblicazione scientifica in questo senso, apparsa su Geophysical Research Letters a firma di Adam Campbell, Edwin Waddington e Stephen Warren (University of Washington), sostiene l'ipotesi che in quelle lontane ere precambriane (correva il Neoproterozoico) uno o più mari con la conformazione dell'attuale Mar Rosso, quindi lunghi e stretti, avrebbero potuto opporre una resistenza fisica al congelamento, sufficiente a mantenerne almeno una piccola parte allo stato liquido e con uno spessore dei ghiacci superficiali tale da non inibire completamente il passaggio della luce solare indispensabile alla fotosintesi del plancton vegetale, sicuramente presente (lo dicono i fossili) non solo durante le glaciazioni, ma anche prima e, soprattutto, dopo.
Se anche quegli ipotetici mari si fossero del tutto ghiacciati, la vita sulla Terra avrebbe dovuto ripartire da un livello evolutivo molto più primitivo e oggi il pianeta sarebbe molto diverso.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: University of Washington, Norbert Wu