In questa immagine rilasciata dalla NASA vediamo ciò che resta
dell'esplosione di una supernova di tipo Ia, una di quelle che si
verificano quando una nana bianca, avendo acquisito massa extra da
una stella compagna, non riesce più a sopportare il proprio peso e
collassa su sé stessa.
Le supernovae Ia hanno la peculiarità di somigliarsi tutte, nel
senso che l'esplosione avviene al raggiungimento di una massa ben
determinata, con l'evento che segue un copione ben preciso per
quanto riguarda massima luminosità raggiunta e curva di luce. Il
tutto viene abilmente sfruttato dagli astronomi per misurare la
distanza delle galassie e quindi la grandezza dell'universo.
L'inviluppo di gas in espansione che rimane dopo l'esplosione di una
supernova viene chiamato "residuo" e dal suo studio si possono
ottenere informazioni sulla dinamica dell'esplosione stessa, nonché
sulla velocità di espansione del materiale rilasciato. Purtroppo
però i residui sono strutture transitorie che si dissolvono in tempi
scala di migliaia di anni ed è quindi difficile avere un quadro
completo delle ultime fasi della loro evoluzione.
Di qui l'importanza di ottenere immagini dettagliate dei residui più
vecchi, come questo, denominato G299.2-2.9, distante 16.000 anni
luce e formatosi a seguito dell'esplosione di una nana bianca
sovrappeso avvenuta circa 4500 anni fa. E' uno dei più antichi e
meglio conservati.
Fotografato nei raggi X dai satelliti Chandra e ROSAT, mostra una
regione interna che brilla di luce emessa prevalentemente da ferro e
silicio fortemente ionizzati (in arancione), elementi tipici dei
residui delle supernovae di tipo Ia. La regione più esterna (in
giallo) appare un po' più complessa per la presenza di una doppia
struttura a guscio, generata dall'impatto della materia rilasciata
nel corso dell'esplosione con il gas preesistente nei dintorni della
stella progenitrice.
Lo studio accurato di questo residuo migliorerà le conoscenze dei
meccanismi legati alle supernovae di tipo Ia consentendo di
utilizzarle ancor più proficuamente nel calcolo delle distanze
cosmologiche. |