Non si sa di che cosa sia
composta e non la si può osservare direttamente. Se ne avverte solo la presenza
per il fatto che interagisce gravitazionalmente con la cosiddetta
materia ordinaria.
Stiamo parlando della fantomatica materia oscura,
quella specie di collante che tiene assieme le più grandi strutture
dell'universo, come galassie e ammassi di galassie, e senza la quale
tutto si sparpaglierebbe più o meno caoticamente nel vuoto cosmico.
Si ipotizza che possa essere costituita da particelle esotiche in
lento movimento, che hanno la tendenza ad accumularsi in grandi
addensamenti che innescano poi la formazione delle galassie, ma già
qui non vi sono certezze, quindi meglio non andare oltre.
L'unica cosa certa è che se fino a ieri il modello cosmologico
standard ci diceva ben poco sulle proprietà della materia oscura, da
oggi anche quel poco svanisce, cancellato dalla scoperta che
all'interno delle galassie nane essa non è concentrata nel nucleo,
come il modello prevede, ma è bensì diffusa omogeneamente su un'area
molto più ampia, di centinaia se non migliaia di anni luce.
Ad accorgersi di questa preoccupante falla teorica sono stati Matt
Walker (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) e Jorge Peñarrubia (University of Cambridge, UK),
i quali, impegnati nella misurazione di velocità e composizione
chimica (quindi massa) di alcune migliaia di stelle appartenenti
alle galassie nane Fornace e Scultore (nella foto), si sono resi conto che per
giustificare i moti osservati era inevitabile accettare una
distribuzione della materia oscura tutt'altro che concentrata.
La cosa peggiore (per i sostenitori del modello standard) è che le
galassie nane sono considerate composte per ben il 99% di materia
oscura e solo per l'1% di materia ordinaria, quindi rappresentano il
miglior laboratorio all'interno del quale trovare risposte su quella
misteriosa componente.
La nuova realtà svelata da Walker e Peñarrubia, già sospettata in
ricerche precedenti effettuate anch'esse sulle galassie nane,
obbligherà i teorici a rivedere il modello standard e mette
seriamente in dubbio l'esistenza della materia oscura così come era
stata finora postulata. |