In occasione del Signposts of Planets meeting, organizzato dalla NASA e conclusosi ieri presso il Goddard Space Flight Center
di Greenbelt, Carey Lisse, del Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory
(Laurel, Md), ha annunciato la scoperta nel vicino sistema
planetario di Eta Corvi di tracce dell'impatto di una o più comete contro un probabile pianeta collocato nella zona abitabile di
quella stella.
A queste conclusioni i ricercatori del team di Lisse sono giunti
analizzando con il telescopio spaziale infrarosso Spitzer la
composizione delle polveri che circondano Eta Corvi, riconoscendovi
le impronte dell'acqua e di composti organici e inorganici tipici delle comete.
Poiché il sistema di Eta Corvi ha un'età che si aggira attorno al
miliardo di anni, e poiché proprio a quell'età i pianeti interni del
nostro sistema stavano vivendo una fase di intenso bombardamento
cometario, innescato dalla migrazione di Giove e Saturno su orbite
più vicine al Sole di quelle originarie, Lisse e colleghi ipotizzano
che la stessa cosa stia ora avvenendo attorno a Eta Corvi.
Se questa interpretazione è esatta, nel sistema di quella stella, che si
trova a circa 60 anni luce di distanza e che è poco più grande del
nostro Sole, si stanno ricreando condizioni molto simili a quelle che
qui da noi portarono alla comparsa della vita.
Anche se non è al momento possibile individuare direttamente né
l'eventuale pianeta colpito, né quello o quelli più esterni e
massicci che hanno scatenato la tempesta cometaria, sappiamo però
con certezza già dal 2005 che il sistema planetario di Eta Corvi
possiede una fascia asteroidale esterna paragonabile alla nostra
Kuiper Belt, e proprio quella sarebbe il serbatoio dal quale si
sono sparpagliate le comete. |