Un nome impegnativo quello della
navicella spaziale del magnate britannico Richard Branson, pronta a
diventare il primo veicolo privato per voli suborbitali e forse
anche orbitali. Il riferimento alla USS Enterprise della prima serie
di Star Trek è fin troppo evidente, con la sola differenza che allora
USS stava per United Star Ship (variazione dell'United States Ship
utilizzato dalla marina degli USA, della quale l'Enterprise fu la
prima portaerei nucleare), mentre ora VSS sta per Virgin Space Ship.
Enterprise era anche il nome del prototipo dello Shuttle e poiché
anche la compagnia spaziale di Branson, la Virgin Galactic, sta per
dare inizio a una nuova era, ecco che il nome della navicella è
giustificato, anche se ben poco originale.
Il primo lancio di questo veicolo innovativo (nelle foto è agganciato
agli aerei di supporto) è previsto entro 12 mesi, così almeno ha
annunciato lo stesso Branson alla CNN. Inevitabilmente, con lo
Shuttle "in pensione" e con i vettori russi che
hanno dato di recente problemi non trascurabili, le azioni della
Virgin Galactic salgono e aumenta ancor di più l'attenzione verso
questo tipo di iniziative, tanto che la NASA ha sborsato 270 milioni
di dollari per sovvenzionare quattro aziende operanti nel settore: Boeing, SpaceX, Sierra Nevada
e Blue Origin.
Anche se, come si spera, il volo inaugurale della VSS Enterprise
avrà un esito favorevole, è certo che rimarrà a lungo un veicolo
destinato a pochi, visto che il biglietto costa ben 200.000 dollari.
Ma nonostante ciò ne sono stati già venduti sulla fiducia 430, per
un ammontare complessivo di 86 milioni di dollari, cifra che ha di
fatto finanziato l'ambizioso progetto di Branson.
La fase dei voli suborbitali potrebbe presto essere finalizzata a
realizzare insoliti "voli di linea" in grado di collegare America ed
Europa in appena 1 ora. Successivamente la Virgin Galactic punterà
direttamente allo spazio orbitale. |