21 Set 2011

 

Non è Baptistina il killer dei dinosauri

 

Nel 2007 fu presentata una ricerca molto suggestiva, secondo la quale l'asteroide che 65 milioni di anni fa estinse i dinosauri (e numerosissime altre specie viventi) si era originato a seguito di uno scontro catastrofico fra l'asteroide 298 Baptistina e un suo simile.
Studiando la riflettività superficiale della famiglia di frammenti originati dalla collisione (riconoscibili per alcune comuni peculiarità orbitali), erano state stimate le loro dimensioni, che avevano a loro volta permesso di stimare il grado di dispersione delle orbite (che è inversamente proporzionale alla massa del corpo che le percorre) e di calcolare l'evoluzione di queste ultime a ritroso nel tempo, fino a giungere all'epoca della collisione subita da Baptistina. L'evento veniva così fissato a 160 milioni di anni fa.
Considerando il tempo necessario ad un frammento per essere buttato fuori dalla fascia principale degli asteroidi (dove è avvenuta la collisione), a causa delle perturbazioni gravitazionali di Giove e Saturno, ed essere spinto nel sistema solare interno, su una rotta di collisione con la Terra (complessivamente circa 100 milioni di anni), se ne deduceva che Baptistina era il migliore candidato a rivestire, anche se non direttamente, il ruolo di killer dei dinosauri.
Quello scenario viene ora messo in discussione dall'elaborazione di una gran quantità di dati ottenuti con il Wide-field Infrared Survey Explorer della NASA, che ha osservato 1056 membri della famiglia di Baptistina, determinando fra l'altro la riflettività infrarossa di ciascuno. La maggiore precisione dei valori derivati in questa regione dello spettro elettromagnetico e la loro combinazione con le migliori stime di riflettività ottenute nel visibile hanno portato a una sensibile revisione delle dimensioni dei singoli membri, e quindi a una diversa ricostruzione della loro evoluzione a ritroso nel tempo, fino a scoprire che l'impatto di Baptistina è avvenuto 80 milioni di anni fa e che quindi è estremamente improbabile che sia stato un suo frammento a precipita sulla Terra solo 15 milioni di anni dopo.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA/JPL-Caltech