23 Set 2011

 

Neutrini più veloci della luce? Mah!

 

Gran parte della fisica moderna poggia su un elemento apparso finora incontestabile, vale a dire la finitezza della velocità della luce: 299.792.458 m/s. A stabilire questo limite fu Einstein attraverso la teoria della relatività ristretta, pubblicata nel 1905, della quale è celeberrima anche ai non addetti ai lavori la formula sintetica E=mc2, dove "c" è la velocità della luce. E' evidente che se quella "c" anziché avere un valore costante (nel vuoto) cresce oltre il limite stabilito dalla teoria, cambiano moltissime cose, a cominciare dal nostro modo di percepire il funzionamento dell'universo.
Nell'ultimo secolo sono state davvero tante le occasioni in cui sembrava di aver scoperto qualcosa (in genere particelle elementari) che superava la velocità della luce, ma puntualmente alla fine le verifiche hanno sempre dato ragione ad Einstein.
Ed ecco che ricapita ancora una volta: ieri si è diffusa dal CERN di Ginevra la notizia che un fascio di neutrini sparato verso i laboratori italiani del Gran Sasso è stato registrato all'arrivo con un leggero anticipo, precisamente 60 nanosecondi (miliardesimi di secondo) su un tragitto di circa 730 km che richiede 0,002435 secondi per essere coperto.
A parte l'incertezza in più o in meno di 10 nanosecondi dichiarata dagli autori dell'esperimento, in 60 nanosecondi la luce (e per quanto ne sappiamo anche un neutrino) percorre al massimo un tratto pari ad appena 18 metri. Fino a che punto si può essere certi che un qualunque fattore non sia intervenuto a falsare il risultato dell'esperimento?
La comunità scientifica internazionale ha accolto con evidente scetticismo la presunta scoperta, e ora resta in attesa di difficili verifiche, attuabili unicamente (per motivi tecnici) dallo stesso CERN e dal Fermilab di Chicago. Nel frattempo, gli autori della scoperta mantengono giustamente tutte le riserve del caso.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Centre Européen pour la Recherche Nucléaire