28 Set 2011

 

Misurare l'universo con i quasar si può!

 

E' stata solo un'ipotesi per oltre 40 anni, ma ora la possibilità di misurare le dimensioni dell'universo attraverso i quasar è divenuta realtà. A sperimentare per primi questa nuova via sono stati alcuni astronomi del Niels Bohr Institute di Copenhagen, fra i quali Darach Watson e Kelly Denney.
I quasar sono prodotti dall'intensissima radiazione emessa dalle nubi di materia in caduta nei buchi neri supermassicci che albergano al centro di gran parte delle galassie. Si tratta di un fenomeno transitorio che può ripetersi più volte nella vita di una galassia, ed è osservabile con maggiore frequenza nell'universo più lontano e quindi più giovane, dove l'evoluzione delle galassie è più vivace ed è quindi più frequente il transito di nubi di materia in prossimità del buco nero centrale.
Il sospetto che potesse esistere una relazione fra le dimensioni delle nubi e la luminosità dei quasar è cresciuto nel tempo, ma solo ora la strumentazione ha permesso a Watson e colleghi di raccogliere dati abbastanza precisi sulle masse delle nubi per verificare che effettivamente quel valore è legato alla luminosità dei quasar.
In altre parole, ogni volta che si riesce a misurare la massa della materia in caduta verso il buco nero supermassiccio di una determinata galassia, è possibile calcolare la luminosità assoluta del quasar che ospita, e dalla luminosità apparente risalire alla distanza con una precisione superiore a quella determinabile col tradizionale metodo delle supernovae.
L'unica limitazione della nuova soluzione è chiaramente quella di dipendere dalla conoscenza della massa della nube che cade verso il buco nero, ma con i telescopi delle prossime generazione la determinazione di quel valore sarà sempre più facile e quindi il nuovo metodo potrà essere applicato con crescente frequenza.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: Copenhagen's Niels Bohr Institute