30 Set 2011

 

Il filamento che ci unisce all'universo

 

Attraverso complesse simulazioni matematiche, che tengono conto della distribuzione su larga scala della materia, è possibile descrivere graficamente la complessa struttura dell'universo. L'immagine che accompagna questa news è il risultato di una di quelle simulazioni ed evidenzia un'intricata trama composta di filamenti e nodi, la cui composizione è prevalentemente a base di galassie.
A dominare questa struttura è la materia oscura, che in un certo senso usa la materia ordinaria, quella a noi visibile, come tracciante per evidenziare gli effetti della sua influenza gravitazionale.
Dal nostro punto di osservazione, la contorta struttura filamentare appare sempre più evidente al crescere della distanza della materia che la compone, mentre è più difficile riconoscerla a distanze relativamente brevi o addirittura in prossimità della nostra Galassia. Fino ad ora, almeno.
Un gruppo di astronomi dell'Australian National University presenterà infatti il mese prossimo, su The Astrophysical Journal, i risultati di una nuova ricerca che rivela come anche la Via Lattea faccia in realtà parte di un filamento che la collega alla più vasta trama disegnata dagli ammassi di galassie.
Gli autori della scoperta (fra i quali Stefan Keller, Dougal Mackey e Gary Da Costa, della Research School of Astronomy and Astrophysics at ANU) hanno esaminato alcuni aspetti evolutivi degli ammassi globulari e delle galassie satelliti in orbita attorno alla Via Lattea, trovando che la loro disposizione nello spazio è equiparabile a quella di un filamento simile a quelli delle simulazioni.
Si tratterebbe di una specie di cordone ombelicale attraverso il quale in epoche remote la nostra galassia è stata alimentata a spese di galassie più piccole, a molte delle quali la Via Lattea avrebbe strappato la materia disposta più esternamente, lasciando solo il nucleo. Secondo i ricercatori australiani, gli attuali ammassi globulari sarebbero il residuo di ciò che resta di quei nuclei.

 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: The Australian National University
Image by Michael Boylan-Kolchin, University of California Irvine