La formazione degli elementi organici (molecole nella cui composizione sono
prevalentemente presenti in varie combinazioni azoto, carbonio,
fosforo, idrogeno, ossigeno, silicio e zolfo) necessita della favorevole
partecipazione di tre
fattori per poter dare origine ai cosiddetti mattoni della vita,
ovvero amminoacidi, nucleobasi e
molecole anfifiliche, che portano rispettivamente alla creazione
di proteine, DNA e RNA, e membrane cellulari. Quei
tre fattori sono ghiaccio, radiazione ultravioletta e calore.
Sebbene nel nostro sistema solare gli elementi organici siano molto
diffusi, la loro origine non è chiara, perché essendosi formati in
larga parte nella nebulosa protosolare dalla quale è nato il nostro
sistema solare (simile a quella del rendering in alto), in quell'ambiente,
con il Sole avvolto in un bozzolo da gas e polveri, di radiazione ultravioletta non
poteva essercene a sufficienza per giustificare le percentuali di
elementi organici oggi osservate.
Per trovare una soluzione al problema, Fred Ciesla (University of Chicago) e Scott Sandford (NASA Ames Research Center)
hanno ricreato in una simulazione al computer l'evoluzione dinamica
dei gas e delle polveri presenti nella nube protosolare, scoprendo
che nel caotico rimescolamento tipico di quell'ambiente, il
materiale presente nella nube si è venuto a trovate prima o poi
nelle regioni più periferiche della nube stessa, dove è stato
raggiunto dalla radiazione ultravioletta di altre stelle.
L'azione di quest'ultima sui ghiacci (evidentemente presenti in
quelle regioni periferiche, dove la temperatura era inferiore ai 30
Kelvin) e l'apporto di calore da parte delle polveri riscaldate
dalla medesima luce ultravioletta o dalla radiazione infrarossa del
nascente Sole hanno fatto il resto.
Essendo questo scenario estremamente comune nell'universo (è più
difficile ammettere il contrario), è assai probabile che i mattoni
della vita siano presenti ovunque.
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by Michele Ferrara |
credit: University of Chicago, NASA Ames Research Center |
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