26 Apr 2012

 

Impatti contro la Terra svelati da sferule

 

Dal momento che sul nostro pianeta gli agenti geologici, idrologici e atmosferici sono piuttosto efficienti nel cancellare le tracce degli impatti asteroidali avvenuti nel lontano passato, per stimare quanti se ne sono verificati si prende come metro il livello di craterizzazione della Luna e si contano gli asteroidi con orbite potenzialmente pericolose, estrapolando il loro numero a ritroso nel tempo.
Si aggiunge però ora una terza via, molto promettente, che sfrutta la presenza di particolari sferule all'interno di strati rocciosi, non necessariamente prossimi ai luoghi d'impatto. Quelle sferule risultano essersi formate a seguito della vaporizzazione di roccia, avvenuta a seguito della caduta di grandi asteroidi. Non appena l'elevata temperatura derivante dall'impatto si riduce sensibilmente, il vapore di roccia si condensa in piccole sfere di circa 1 millimetro di diametro, che solidificandosi ricadono a terra ed entrano a far parte dei sedimenti geologici. Nell'immagine qui sopra ne vediamo un esempio in un campione roccioso di 2,63 miliardi di anni fa, ritrovato nell'ovest dell'Australia.
Due ricercatori della Purdue University (Indiana, USA), Jay Melosh e Brandon Johnson, sono riusciti a mettere in relazione dimensioni e quantità delle sferule in un determinato strato di roccia, con le dimensioni e la velocità dell'asteroide che le ha prodotte, il tutto adattando modelli matematici nati per interpretare la condensazione del vapore acqueo.
Grazie al nuovo metodo è stato possibile raccogliere informazioni su impatti avvenuti fra 3,5 miliardi e 35 milioni di anni fa, scoprendo eventi causati da asteroidi di ben 40 km di diametro, quindi tre volte più grandi di quello che 65 milioni di anni fa portò all'estinzione dei dinosauri e di moltissime altre specie animali.
 

by Michele Ferrara

credit: Oberlin College - Bruce M. Simonson