9 Gen 2012

 

A caccia di lune extrasolari abitabili

 

Il consistente numero di pianeti giganti che orbitano nelle zone temperate di numerose stelle sta facendo nascere un nuovo filone di ricerca, quello delle possibili lune abitabili. Finora si era puntato essenzialmente sulla ricerca di pianeti come la Terra collocati su orbite astrocentriche, ma nulla esclude che attorno ad alcuni pianeti giganti possano esistere lune abbastanza massicce da poter conservare un'atmosfera e, se la temperatura lo consente, anche acqua liquida in superficie.
Per indagare questa interessante opportunità sono stati proposti negli ultimi tempi tre diversi modelli (da David Kipping, da Luis Tusnski con Adriana Valio, e da András Pál) che sulla base di opportune simulazioni hanno fornito interessanti informazioni sui possibili scenari nei quali cercare lune dotate di ciò che può servire al sostentamento della vita.
La minima massa accettabile per una luna extrasolare abitabile dovrebbe essere pari a circa 1/3 di quella della Terra, quindi almeno il triplo di quella di Marte, diversamente la forza gravitazionale non sarebbe in grado di trattenere un'atmosfera sufficientemente spessa. La distanza fra la super luna e il pianeta gigante dovrebbe inoltre essere sufficientmente ampia da non generare devastanti maree. La tecnica basilare per scoprire quelle lune sarebbe ovviamente quella dei transiti sul disco delle stelle, nel qual caso la loro impronta consisterebbe in un lievissimo affievolimento della luce stellare, quindi un segnale secondario rispetto all'occultazione principale operata dal pianeta gigante.
Stando ai modelli proposti per prevedere come può apparire quel segnale in base alla disposizione orbitale dei protagonisti, non è nemmeno necessario, anche se preferibile, che l'orbita di una luna sia allineata alla nostra linea di vista, perché la sua presenza e natura può essere confermata anche attraverso le (quasi impercettibili) oscillazioni imposte al moto rettilineo della stella.
Il principale problema nella scoperta di lune in transito sul disco di altre stelle è rappresentato dalla presenza di macchie fotosferiche, un "rumore" che può comunque essere eliminato attraverso una prolungata serie di osservazioni.
 

by Michele Ferrara & Marcel Clemens

credit: NASA/MNRAS