Qualche anno fa il Planetary Protection Office
della NASA aveva commissionato uno studio un po' particolare in
vista della missione russa Grunt verso Phobos, satellite di Marte.
Lo studio, affidato a Jay Melosh, della Purdue University, e ad
alcuni suoi collaboratori, doveva valutare la possibilità
dell'esistenza sulla piccola luna di vita batterica proveniente da
Marte. Sebbene la missione russa sia poi fallita, il team di Melosh
ha comunque portato a termine la sua ricerca, i cui risultati sono
in parte già noti e saranno ufficialmente presentati il 14 luglio
prossimo ad un meeting in India.
Tutto parte dal presupposto che i più grossi asteroidi caduti sul
pianeta negli ultimi 5-10 milioni di anni hanno sicuramente
scagliato una gran quantità di materiale roccioso in orbita, dove
sarebbe stato in parte raccolto da Phobos. Se in quel materiale
c'erano forme di vita elementare, potrebbero essere sopravvissute
agli eventi ed essere ancora individuabili alla superficie del
satellite.
Quest'ultimo, grazie alla sua bassissima gravità, è evidentemente
molto più semplice da perlustrare che non Marte e per lo stesso
motivo è assai più economico riportare sulla Terra campioni di
roccia da analizzare. Ma quanta roccia marziana c'è su Phobos? Le
stime del team di Melosh suggeriscono che 200 grammi di superficie
di Phobos possono contenere 1/10 di milligrammo di Marte risalente a
non più di 10 milioni di anni fa, e ben 50 milligrammi se ci si
spinge fino a 3,5 miliardi di anni fa.
E' chiaro che i campioni più interessanti sono quelli meno datati
perché è in quelli che possono essere rilevate eventuali tracce di
vita. Dalla dinamica degli impatti più recenti è emerso che Phobos
ha sicuramente raccolto materiale anche meno di 5 milioni di anni
fa, indipendentemente dalla sua posizione orbitale durante gli
eventi, un tempo considerato interessante per la sopravvivenza di
colonie di batteri sufficientemente schermati dalla radiazione
solare. Le valutazioni di Melosh e colleghi saranno di stimolo alla
programmazione di una nuova missione automatica verso Phobos,
progetto che già rientra nei piani NASA, anche se non per
l'immediato futuro.
by Michele Ferrara |
credit: NASA, Purdue University |
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