5 Lug 2012

 

Microbi sulle lune di Marte, un'ipotesi

 

Qualche anno fa il Planetary Protection Office della NASA aveva commissionato uno studio un po' particolare in vista della missione russa Grunt verso Phobos, satellite di Marte. Lo studio, affidato a Jay Melosh, della Purdue University, e ad alcuni suoi collaboratori, doveva valutare la possibilità dell'esistenza sulla piccola luna di vita batterica proveniente da Marte. Sebbene la missione russa sia poi fallita, il team di Melosh ha comunque portato a termine la sua ricerca, i cui risultati sono in parte già noti e saranno ufficialmente presentati il 14 luglio prossimo ad un meeting in India.
Tutto parte dal presupposto che i più grossi asteroidi caduti sul pianeta negli ultimi 5-10 milioni di anni hanno sicuramente scagliato una gran quantità di materiale roccioso in orbita, dove sarebbe stato in parte raccolto da Phobos. Se in quel materiale c'erano forme di vita elementare, potrebbero essere sopravvissute agli eventi ed essere ancora individuabili alla superficie del satellite.
Quest'ultimo, grazie alla sua bassissima gravità, è evidentemente molto più semplice da perlustrare che non Marte e per lo stesso motivo è assai più economico riportare sulla Terra campioni di roccia da analizzare. Ma quanta roccia marziana c'è su Phobos? Le stime del team di Melosh suggeriscono che 200 grammi di superficie di Phobos possono contenere 1/10 di milligrammo di Marte risalente a non più di 10 milioni di anni fa, e ben 50 milligrammi se ci si spinge fino a 3,5 miliardi di anni fa.
E' chiaro che i campioni più interessanti sono quelli meno datati perché è in quelli che possono essere rilevate eventuali tracce di vita. Dalla dinamica degli impatti più recenti è emerso che Phobos ha sicuramente raccolto materiale anche meno di 5 milioni di anni fa, indipendentemente dalla sua posizione orbitale durante gli eventi, un tempo considerato interessante per la sopravvivenza di colonie di batteri sufficientemente schermati dalla radiazione solare. Le valutazioni di Melosh e colleghi saranno di stimolo alla programmazione di una nuova missione automatica verso Phobos, progetto che già rientra nei piani NASA, anche se non per l'immediato futuro.
 

by Michele Ferrara

credit: NASA, Purdue University