A dispetto del fatto che oltre il
70% della superficie terrestre sia ricoperta di acqua, in realtà il
nostro pianeta è decisamente arido se consideriamo la sua intera
massa, rappresentata da acqua per meno dell'1%. Per di più, parte di
quella che c'è potrebbe essere stata trasportata da asteroidi e
comete. Secondo il modello standard che descrive la formazione dei
pianeti a partire da un disco protoplanetario di gas e
polveri, la Terra dovrebbe avere molta più acqua, perché si ammette
che quando si formò si trovava oltre la cosiddetta "linea della
neve", all'esterno della quale esiste ghiaccio d'acqua nel disco,
ghiaccio che partecipa alla formazione dei pianeti.
Questo apparente paradosso sembra trovare una spiegazione in un
lavoro recentemente pubblicato da Rebecca Martin e Mario Livio sul Monthly Notices
della Royal Astronomical Society. Nel lavoro si ammette in sostanza
che la Terra non si è formata all'esterno della linea della neve e che
questa, a differenza di quanto sostenuto dal modello standard, non
ha subito una migrazione verso l'interno del sistema solare
(favorendo così la formazione di pianeti umidi).
Il meccanismo della migrazione della linea della neve sarebbe stato
in teoria attivato dalla ionizzazione del disco protoplanetario, ma
come giustamente Martin e Livio fanno notare quel fenomeno non è
presente in modo rilevante nei dischi protoplanetari che vediamo
attorno ad altre stelle e non c'è motivo di ritenere che solo nel
nostro caso sia stato particolarmente attivo.
Se quindi la Terra non ha una quantità di acqua misurabile in decine
di punti percentuali, come avviene per Urano e Nettuno è solo (e
ovviamente) perché dove si è formata di acqua ce n'era molto poca.
Nessun mistero quindi a riguardo della sua aridità, ma solo un altro
modello da rivedere.
by Michele Ferrara |
credit: NASA, Space Telescope Science Institute |
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