Sulla superficie del nostro
satellite si notano con relativa facilità delle zone chiare con un
aspetto talvolta ondeggiante. Vengono chiamate "lunar swirl". Qui sopra ne
vediamo un esempio: l'immagine ritrae un territorio noto col nome di
Reiner Gamma swirl. Queste formazioni attrassero l'attenzione dei
ricercatori soprattutto al tempo delle missioni Apollo e già
all'epoca si riuscì a capire che la tonalità particolarmente chiara
di quelle aree era probabilmente da attribuire alla presenza di
campi magnetici locali.
Ora un lavoro coordinato da Ruth Bamford, del Centre for Fundamental
Physics del Rutherford Appleton Laboratory, getta nuova luce su
quelle strutture, concludendo che effettivamente esse sono
interessate da bolle magnetiche, che queste producono campi
elettrici nelle loro parti più esterne e che tali campi elettrici
riescono a ostacolare il flusso di particelle cariche provenienti
dal Sole.
Poiché è proprio la radiazione solare una delle cause principali
dello scurirsi della superficie lunare, dove quella radiazione non
riesce a giungere la superficie rimane più chiara. Resta però da
capire come le mini magnetosfere che avvolgono i lunar swirl riescano
a schermare quelle regioni per periodi che dovrebbero essere
misurabili in milioni (se non miliardi) di anni.
Capirne il funzionamento potrebbe consentire di ricreare quel tipo
di schermo in occasione di future missioni umane sulla Luna o anche
su Marte, a tutto vantaggio della salute degli astronauti.
by Michele Ferrara |
credit: Rutherford Appleton Laboratory, ESA |
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