Un team di ricercatori della
Carnegie Institution, della Scripps Institution of Oceanography e
della University of Maryland hanno esaminato nove meteoriti del tipo
diogenite per capire entro quanto tempo dall'inizio della formazione
del sistema solare i pianeti avevano già una struttura interna ben
differenziata in nucleo, mantello e crosta.
Le diogeniti sono meteoriti originarie dell'asteroide Vesta e di un
altro progenitore ad esso molto simile, e sono giunte sulla Terra
dopo essere state scagliate nello spazio interplanetario
dall'impatto contro quei corpi celesti di oggetti più piccoli. Il
motivo per cui i ricercatori hanno scelto quel tipo di meteoriti
risiede nel fatto che anche Vesta, come i pianeti interni del
sistema solare e la Luna, ha una densità crescente verso l'interno
ed è quindi stato sottoposto a una fusione pressoché globale che ha
fatto precipitare gli elementi più pesanti nel nucleo.
Fra tali elementi, l'attenzione si è concentrata su un gruppo di
cosiddetti siderofili, comprendente osmio, iridio, rutenio, platino, palladio
e renio, che su Terra, Marte e Luna sono più abbondanti del previsto
all'interno del mantello.
Un'interpretazione di quel fatto potrebbe essere che il mantello si
è indurito più rapidamente di quanto si creda e ciò abbia impedito
una completa precipitazione degli elementi più pesanti. Lo studio
delle diogeniti porta esattamente in quella direzione, indicando che
a Vesta sono bastati 2-3 milioni di anni per raggiungere l'attuale
stratificazione interna, meno di quanto si prevedeva.
E' pertanto probabile che anche la Terra si sia formata più
rapidamente di quanto finora sostenuto e questo anticiperebbe di
qualche milione di anni l'innescarsi di una serie di eventi
geologici seguiti a quell'epoca.
by Michele Ferrara |
credit: Carnegie Institution, SIO, University of Maryland |
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