Si pensava che le stelle di massa
maggiore, quelle oltre 10 volte più grandi del Sole, che brillano di
luce bianco-azzurra (le cosiddette stelle di tipo O) fossero oltre
che rare anche solitarie, nel senso che sembrava cosa certa che solo
una piccola percentuale di esse fosse legata gravitazionalmente in
sistemi binari. Ma una ricerca condotta con il Very Large Telescope
dell'ESO da un team di ricercatori coordinati da Hugues Sana
(University of Amsterdam) ha ora rivelato che quasi i 3/4 delle
stelle azzurre hanno una stella compagna e che questa è spesso così
vicina da provocare l'instaurarsi di uno scambio di materia fra i
due astri, fino all'eventuale fusione in un unico astro.
La scoperta ha notevoli implicazioni. Intanto le stelle di tipo
O condizionano pesantemente l'evoluzione delle galassie, perché con
i loro intensissimi venti e la loro fase finale di supernova possono
innescare o ostacolare (a seconda dei casi) la formazione di nuove
stelle. Sono inoltre responsabili dell'emissione luminosa delle
nebulose e dell'arricchimento in metalli dell'universo. Conoscere i
dettagli della
loro evoluzione è quindi fondamentale alla comprensione
dell'evoluzione di tutto ciò che le circonda.
Ora sappiamo che ben il 20-30% delle stelle azzurre finisce col
fondersi con una stella compagna, mentre prima si riteneva che ciò
fosse un evento eccezionale. Almeno il 40-50% delle coppie si
scambia materia e questo altera la loro massa, la loro luminosità e
quindi il loro colore. Poiché quel colore concorre a formare il
colore delle galassie che abitano e il colore delle galassie è un
elemento primario nella caratterizzazione di queste ultime, va da sé
che studiare galassie lontane senza avere informazioni precise
sull'evoluzione delle stelle azzurre può portare a risultati
fuorvianti.
by Michele Ferrara |
credit: University of Amsterdam, ESO |
|