3 Mag 2012

 

In bocca al buco! (nero e supermassiccio)

 

Un team di astronomi con a capo Suvi Gezari, della Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland) ha osservato una stella finire nella fauci di un gigantesco buco nero annidato in una galassia lontana 2,7 miliardi di anni luce. Ovviamente non è stata vista direttamente la stella, ma sono stati registrati gli effetti di quel raro evento e per la prima volta si è potuto stabilire lo stato evolutivo della stella dilaniata dal mostruoso oggetto collassato.
Tutto è partito da osservazioni effettuate nel 2010 con il Galaxy Evolution Explorer e con Pan-STARRS1, dalle quali risultava un aumento di luminosità ultravioletta in corrispondenza del centro della lontana galassia. Dalla curva di luce era evidente che non poteva trattarsi di una supernova, troppo lenta la salita al massimo, ma le energie in gioco erano paragonabili.
Successive analisi spettroscopiche compiute con il Multiple Mirror Telescope indicavano che il buco nero centrale stava fagocitando grandi quantità di elio e che questo si muoveva a 32 milioni di km/h, contro i 360 mila km/h del gas interstellare lontano da quella regione.
Secondo i ricercatori, il gigantesco buco nero (paragonabile a quello presente nel centro della Via Lattea) sta finendo di divorare il nucleo tipicamente ricco di elio di una stella evoluta, dopo averle già strappato gli strati esterni ricchi di idrogeno in un precedente passaggio ravvicinato.
Le simulazioni indicano che in questi casi una parte del gas finisce direttamente nel buco nero, mentre un'altra parte si dispone lungo un tratto dell'orbita originariamente descritta dalla stella, come rappresentato nell'immagine in alto. I risultati della ricerca di Gezari e colleghi sono usciti ieri nell'edizione online di Nature.
 

by Michele Ferrara

credit: NASA, S. Gezari (The Johns Hopkins University)
and J. Guillochon (University of California, Santa Cruz)