Quando si parla di estinzioni di
massa viene subito in mente quella che coinvolse i dinosauri e che
fu causata dalla caduta di un asteroide (illustrata qui sopra). Ma
prima di quella ce ne fu una ben più spaventosa, che portò alla
scomparsa di circa il 90% delle specie vegetali e animali. Ci
riferiamo allo sconvolgimento globale noto come "Great Dying"
(grande estinzione, appunto) che si produsse 252 milioni di anni fa.
Non è chiaro quale evento la innescò, le ricerche più recenti
indicano una serie di concause che includono riscaldamento globale,
piogge acide, acidificazione e anossia degli oceani. Forti eruzioni
vulcaniche o la caduta di uno o più oggetti dal cielo potrebbero
solo in parte spiegare quel tipo di problematiche. Di certo c'è che
quell'estinzione cambiò il corso dell'evoluzione della vita sulla
Terra.
Si era finora creduto che per uscire da quella terribile crisi la
biosfera avesse impiegato circa 30 milioni di anni, ma un lavoro
appena pubblicato su Nature Geoscienze da Zhong-Qiang Chen (China University of Geosciences in Wuhan)
e Michael Benton (University of Bristol) dà una nuova visione di
quella ripresa, trovandola molto più veloce, appena 10 milioni di
anni.
Studiando fossili e stratificazioni di fine Permiano e inizio
Triassico, i due ricercatori hanno scoperto che nell'arco di quella
estinzione vi furono recidive delle cause su un periodo di circa 5-6
milioni di anni e che già in quel lasso di tempo le varie forme di
vita superstiti tentarono più volte di adattarsi alle nuove
condizioni, dando origine a molte nuove specie, diversificando in
tal modo la biosfera. Fu quella la svolta che avrebbe gradualmente
portato alla comparsa dei dinosauri.
by Michele Ferrara |
credit: Mark Garlick / Science Photo Library |
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