Dallo
sviluppo di vecchi modelli sull'atmosfera di Plutone, due ricercatori
dell'Università della Virginia, Justin Erwin e Robert Johnson, hanno
ricavato un nuovo modello stando al quale l'atmosfera del gelido
pianeta nano è molto più ampia di quanto finora ritenuto, arrivando
sino a circa 10400 km di altezza, quindi oltre la metà della distanza che
separa il pianeta dal suo satellite Caronte (che orbita a quasi 20000 km).
La sovrastima rispetto ai modelli precedenti deriva da una diversa
collocazione dell'altezza massima sulla superficie di Plutone alla
quale viene fatta cessare l'azione termica esercitata dai raggi ultravioletti del
Sole e iniziare quella dei raggi infrarossi.
A seconda dei parametri che si adottano, si ha un diverso
comportamento
delle molecole che compongo l'atmosfera di Plutone, essenzialmente
metano, azoto e monossido di carbonio. Variando l'efficienza del
riscaldamento solare a diverse altezze si hanno diverse risposte da
parte delle molecole, che a loro volta determinano il livello di
espansione dell'involucro gassoso.
Anziché descrivere il riscaldamento dell'atmosfera di Plutone con un
solo modello, o basato sulla radiazione infrarossa o su quella
ultravioletta, Erwin e Johnson ne hanno usato uno misto che tiene in
considerazione l'azione della prima negli strati più bassi e
l'azione della seconda in quelli più alti, scelta che sembra più
ragionevole visto il diverso livello di penetrazione in quella
determinata miscela di gas delle due forme di radiazione. Ora non
resta che attendere conferme dalle misurazioni in loco che
effettuerà la sonda New Horizons nel luglio del 2015.
by Michele Ferrara |
credit: University of Virginia |
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