“Crediamo che Curiosity abbia scoperto molecole
organiche semplici.” Questo ha dichiarato Charles Elachi, il direttore
Jet Propulsion Laboratory della NASA che coordina le missioni di
esplorazione nel sistema solare, a margine di un convegno all'Università
"La Sapienza" di Roma, con riferimento alle voci che da
giorni aleggiavano circa una scoperta epocale fatta da
Curiosity su Marte.
E sarebbe questa la scoperta che John Grotzinger, del Caltech,
definiva degna di entrare nei libri di storia? Le possibilità sono
due: o si tratta di sviare
l'attenzione da qualcosa di ben più importante che sarà annunciato
ufficialmente durante l'imminente meeting
dell’American Geophysical Union a San Francisco, oppure, per dirla
papale papale, si
tratta di finanziamenti. Perché se
proprio di molecole organiche trattasi, è la scoperta dell'acqua
calda.
Di molecole organiche, anche molto complesse, ne sono state scoperte
in vari ambienti del cosmo e anche in posti totalmente ostili alla
vita, come nelle nebulose e nelle comete. Molecole organiche e vita
sono due cose ben diverse: le prime sono catene di atomi a base di
carbonio e altri elementi (azoto, idrogeno, ossigeno etc.)
presenti sì negli esseri viventi ma non per questo vita di per sé.
Una è chimica, l'altra è biologia.
Non solo sarebbe stato ovvio trovare molecole organiche su Marte, ma
a dire il vero erano già state scoperte quanto meno da parecchi
mesi. In un articolo apparso su Science il 13 luglio 2012,
a firma di A. Steele e F.M. McCubbin, viene infatti riportata la
scoperta di idrocarburi policiclici aromatici all'interno della
meteorite di origine marziana Dar al Gani, senza contare altre
molecole organiche trovate complessivamente in una decina di
meteoriti simili.
Si tenga inoltre presente che Curiosity non dispone di strumenti di analisi biologica
e di conseguenza può individuare solo composti chimici, non biologici.
Quindi gli
imprudenti entusiasmi esternati da alcuni media erano e restano a dir poco
ingiustificati. L'unica possibilità che ha Curiosity di rivelare una
lontana presenza di vita su Marte è quella di fotografarne il
residuo fossile.
by Michele Ferrara |
credit: NASA/JPL Caltech |
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