29 Nov 2012

 

Marte, scoperta l'acqua calda...

 

“Crediamo che Curiosity abbia scoperto molecole organiche semplici.” Questo ha dichiarato Charles Elachi, il direttore Jet Propulsion Laboratory della NASA che coordina le missioni di esplorazione nel sistema solare, a margine di un convegno all'Università "La Sapienza" di Roma, con riferimento alle voci che da giorni aleggiavano circa una scoperta epocale fatta da Curiosity su Marte.
E sarebbe questa la scoperta che John Grotzinger, del Caltech, definiva degna di entrare nei libri di storia? Le possibilità sono due: o si tratta di sviare l'attenzione da qualcosa di ben più importante che sarà annunciato ufficialmente durante l'imminente meeting dell’American Geophysical Union a San Francisco, oppure, per dirla papale papale, si tratta di finanziamenti. Perché se proprio di molecole organiche trattasi, è la scoperta dell'acqua calda.
Di molecole organiche, anche molto complesse, ne sono state scoperte in vari ambienti del cosmo e anche in posti totalmente ostili alla vita, come nelle nebulose e nelle comete. Molecole organiche e vita sono due cose ben diverse: le prime sono catene di atomi a base di carbonio e altri elementi (azoto, idrogeno, ossigeno etc.) presenti sì negli esseri viventi ma non per questo vita di per sé. Una è chimica, l'altra è biologia.
Non solo sarebbe stato ovvio trovare molecole organiche su Marte, ma a dire il vero erano già state scoperte quanto meno da parecchi mesi. In un articolo apparso su Science il 13 luglio 2012, a firma di A. Steele e F.M. McCubbin, viene infatti riportata la scoperta di idrocarburi policiclici aromatici all'interno della meteorite di origine marziana Dar al Gani, senza contare altre molecole organiche trovate complessivamente in una decina di meteoriti simili.
Si tenga inoltre presente che Curiosity non dispone di strumenti di analisi biologica e di conseguenza può individuare solo composti chimici, non biologici. Quindi gli imprudenti entusiasmi esternati da alcuni media erano e restano a dir poco ingiustificati. L'unica possibilità che ha Curiosity di rivelare una lontana presenza di vita su Marte è quella di fotografarne il residuo fossile.
 

by Michele Ferrara

 credit: NASA/JPL Caltech