4 Ott 2012

 

Spitzer migliora la costante di Hubble

 

Da quando negli anni '20 Edwin Hubble formulò la sua legge sull'espansione dell'universo, la costante che determina il tasso di quell'espansione è stata corretta innumerevoli volte, passando dall'iniziale 500 km/s/Mpc (1 Mpc = 3,26 milioni di anni luce) a valori anche 10 volte inferiori proposti negli anni '70 e '80. Insomma una costante tutt'altro che costante, difficile da quantificare essendo legata alla non semplice misurazione della distanza di alcuni oggetti celesti definiti "candele standard".
Negli anni '90 gli astronomi si sono poi accorti che l'espansione dell'universo non è uniforme e che a certe distanze si nota un'accelerazione, e ciò ha contribuito a mettere in secondo piano la costante di Hubble, evidentemente non applicabile a tutte le epoche.
Nondimeno di tanto in tanto vengono eseguite osservazioni che consentono di migliorarne il valore e renderla comunque utile. E' il caso di una ricerca condotta con il telescopio spaziale Spitzer su una novantina di cefeidi, dieci delle quali appartenenti alla Via Lattea e le altre alla Grande Nube di Magellano. Grazie alla capacità di Spitzer di essere insensibile all'assorbimento della luce operato dalla polvere interstellare, è stato possibile misurare con elevata precisione la luminosità di quelle cefeidi e quindi in base alla loro distanza di affinare la relazione periodo luminosità, che a sua volta consentirà di meglio calibrare il gradino successivo della scala della distanze cosmiche, quello delle supernovae di tipo Ia, determinanti nello studio dell'espansione accelerata dell'universo, provocata dall'energia oscura. Grazie alla nuova ricerca condotta con Spitzer è stato ora possibile fissare il valore della costante di Hubble a 74,3 +/- 2,1
km/s/Mpc.
 

by Michele Ferrara

credit: NASA/JPL-Caltech