9 Ott 2012

 

Due generazioni di pianeti per le pulsar

 

Uno dei primi pianeti extrasolari ad essere scoperto fu trovato in orbita attorno a una pulsar, cioè una stella di neutroni, residuo di una supernova, il cui asse magnetico punta verso la Terra ad ogni rotazione, inviando un impulso energetico (il nome pulsar deriva da "pulsating star", stella pulsante).
Ora quella particolare categoria di pianeti (se ne conoscono una decina) torna a far parlare di sé per via di una ricerca condotta dal team di Fabrice Mottez (Osservatorio di Parigi) sulle interazioni elettromagnetiche fra pulsar e pianeti.
I ricercatori hanno prodotto una serie di previsioni sulle proprietà dei sistemi planetari, intesi come pianeti e corpi minori, che stanno attorno alle pulsar. Tra le cose più interessanti emerse da calcoli e simulazioni c'è l'effetto che campo magnetico e vento stellare hanno sui pianeti. L'interazione crea delle strutture a scia molto energiche dal punto di vista elettromagnetico, in grado sul lungo periodo di influire sulle orbite stesse dei corpi che ne vengono interessati.
Se quel tipo di sollecitazione sembra non sconvolgere più di tanto gli oggetti di massa planetaria, ha invece un effetto molto rilevante su asteroidi e comete, che vengono facilmente deviati dalle loro orbite originarie e finiscono o in regioni molto periferiche del sistema (se non addirittura espulsi da esso) oppure cascano sulla pulsar, venendo annientati. A un oggetto di 1 km di diametro possono bastare anche solo 10mila anni per fare una brutta fine.

Q
uesto marasma provocato dall'elettromagnetismo della pulsar ha però anche un risvolto positivo: il grande movimento di corpi minori favorisce la loro aggregazione in oggetti di taglia maggiore, anche planetaria, un processo agevolato dal materiale espulso precedentemente dal progenitore della pulsar, quando è esploso come supernova.
Attorno alle pulsar non esisterebbero dunque solo vecchi pianeti scampati malamente alla catastrofe stellare, bensì anche nuovi pianeti recentemente formatisi grazie alle scie energetiche che avvolgono il sistema come se fosse un gigantesco generatore elettrico.
 

by Michele Ferrara

credit: European Planetary Science, NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC)