Dall'analisi dei primi campioni di superficie raccolti da Curiosity
è emerso che la superficie del pianeta rosso ha composizione,
struttura e proprietà che ricordano quelle delle Hawaii, quindi un
suolo di tipo basaltico e di origine vulcanica.
L'analisi è stata effettuata con il Chemistry and Mineralogy instrument (CheMin),
che esamina i campioni di suolo attraverso la tecnica della
diffrazione a raggi X (che fornisce immagini come quella in alto),
la quale permette di andare al di là della semplice composizione
chimica, consentendo di evidenziare tutta una serie di proprietà
grazie alle quali è possibile capire come un determinato minerale si
è formato.
CheMin ha trovato che i campioni analizzati, quasi certamente
rappresentativi di gran parte della superficie del pianeta rosso,
sono prevalentemente costituiti di feldspati, pirosseni e olivina e
che la metà circa del suolo non ha una struttura cristallina ben
definita.
Il materiale ora analizzato è lo specchio della recente evoluzione
della superficie planetaria, in quanto frutto dell'attuale
trasformazione imposta dagli agenti atmosferici. Si differenzia
pertanto sensibilmente da quello che costituisce i greti torrentizi
precedentemente scoperti, il che apre già una grande finestra
temporale sull'evoluzione superficiale di Marte, grazie alla quale
si potrà capire come si è trasformata la sua superficie nelle ultime
centinaia di milioni di anni.
by Michele Ferrara |
credit:
NASA/JPL-Caltech/Ames |
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