A dispetto della quantità di
evidenze della passata esistenza di acqua su Marte, i ricercatori
stanno ancora valutando la possibilità che la superficie di quel
pianeta sia sempre stata al contrario arida e quindi del tutto inospitale per la
vita come noi la conosciamo.
L'ultima prova contro è stata pubblicata lo scorso fine settimana su
Nature Geoscience a firma di un gruppo di ricercatori
dell'Université de Poitiers, Francia. Sotto la guida di Alain
Meunier, i ricercatori hanno esaminato presso l'atollo polinesiano
di Mururoa alcuni minerali nella cui formazione interviene l'argilla,
minerali considerati molto simili a loro omologhi presenti su Marte,
ritenuti questi ultimi una chiara evidenza dell'esistenza di acqua,
almeno nel lontano passato, sul pianeta rosso.
Meunier e colleghi hanno dimostrato che quelle specifiche argille
terrestri, coinvolte nella formazione di minerali a base di ferro e
magnesio, si sono formate in seguito al precipitare di lava durante
un'intensa attività vulcanica, fenomeno riscontrato anche in altre
regioni terrestri. In quegli episodi la lava era particolarmente
ricca di acqua, circostanza che ha consentito la cristallizzazione
dei composti di argilla, ma quell'acqua non era allo stato liquido,
date le elevate temperature. In altre parole, i depositi ricchi di
argilla rinvenuti su Marte potrebbero essersi cristallizzati
direttamente dal magma, senza alcun intervento di acqua liquida,
come finora comunemente accettato.
Le conclusioni a cui è giunto il team di Meunier invitano dunque
alla prudenza, anche se solo prolungate ricerche in loco, come
quelle che sta per intraprendere il rover Curiosity, sapranno dare una
risposta esauriente in merito.
by Michele Ferrara |
credit: Nature Geoscience, NASA |
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