13 Set 2012

 

Dillo con le galassie

 

L'imponente lavoro di circa 250.000 volontari che nell'ambito del progetto Galaxy Zoo hanno classificato milioni di galassie presenti su oltre 1 milione di immagini della Sloan Digital Sky Survey e della CANDELS/HST ha avuto anche un risvolto curioso, quello di individuare un buon numero di galassie la cui forma ricorda le lettere dell'alfabeto e i numeri.
In molti casi le somiglianze sono davvero notevoli e i responsabili del progetto, che ha base all'Università di Oxford, hanno deciso di offrire ad astrofili e non un simpatico mezzo tramite il quale inviare messaggi sotto una forma del tutto originale: sul sito http://www.mygalaxies.co.uk/ creato da Steven Bamford, membro di Galax
y Zoo dell'Università di Nottingham, chiunque può scrivere un messaggio i cui caratteri, tramite l'apposito pulsante denominato "Galaxify!", vengono convertiti in lettere e numeri "galattici". Il messaggio può quindi essere inviato via email o postato su Twitter o Facebook. Nel caso che l'aspetto delle galassie non risulti molto somigliante alle lettere o ai numeri digitati, si possono provare nuove combinazioni semplicemente cliccando sul relativo pulsante.
E' questo un modo come un altro per attirare l'attenzione su un progetto scientifico che riesce a coinvolgere chiunque abbia un po' di tempo da dedicargli. Recentemente sul sito di Galaxy Zoo sono state inserite 250.000 nuove immagini che aspettano solo di essere esaminate anche da occhi non particolarmente esperti e che certamente contengono centinaia di migliaia di oggetti mai visti prima.
Uno degli obiettivi primari di Galaxy Zoo è quello di confrontare la morfologia delle galassie appartenenti all'universo locale, presenti nel database della
Sloan Digital Sky Survey con quella delle galassie più remote fotografate dal telescopio spaziale Hubble e inserite nella Cosmic Assembly Near-infrared Deep Extragalactic Legacy Survey. Dal confronto si raccoglieranno utili informazioni sulle forze che hanno conferito alle galassie le forme attuali.
 

by Michele Ferrara

credit: Galaxy Zoo project