ASTROFOTOGRAFIA
ASTROFILO
l’
P
atrick Wiggins, astrofilo di Tooele,
nello Utah, si è fatto un bel regalo di
compleanno: è stato il primo amatore
a fotografare il potentissimo lampo gamma
(o GRB, da gamma-ray burst) esploso alle
7:47 di tempo universale del 27 aprile
scorso. Wiggins era impegnato in osserva-
zioni di routine con il suo Celestron 14,
quando ha deciso di fare uno spuntino not-
turno; in quel mentre gli sono arrivati due
“alert” (servizio al quale chiunque può ade-
rire) che lo informavano del rilevamento di
un GRB da parte del satellite Swift. Fin qui
nulla di eccezionale, negli ultimi decenni
sono stati avvistati migliaia di lampi gamma,
molti dei quali negli ultimi anni, grazie allo
stesso Swift e ad altri strumenti orbitanti
specialisti di quelle energie, come ad esem-
pio il Fermi Gamma-ray Space Telescope.
Quando Wiggins si accorge degli alert pensa
che sia ormai troppo tardi per sperare di riu-
scire a fotografare la controparte del feno-
meno in luce bianca, che talvolta quando si
manifesta è alla portata di strumenti ama-
toriali. Di solito si hanno 1-2 minuti di tem-
po per puntare il telescopio e procedere alle
riprese, ma in questo caso di minuti ne
erano passati ben 10. Dal momento che il
suo C14 era già puntato non lontano da
quel punto della costellazione del Leone in
C
omparazione
dell’aspetto
del cielo nei raggi
gamma, visto dal
Large Area Tele-
scope del satellite
Fermi, prima e
durante il paros-
sismo del lampo
gamma. Per cia-
scuna delle due
riprese l’esposi-
zione è stata di 3
ore. [NASA/DOE/
Fermi LAT Colla-
boration]
I
l GRB 130427A immortalato dall’X-Ray Tele-
scope del satellite Swift, pochi secondi dopo
l’avvistamento iniziale nella banda gamma. La
dimensione dell’immagine è 6,5 minuti d’arco
sulla diagonale. [NASA/Swift/Stefan Immler]
cui il GRB era apparso, Wiggins ci prova
ugualmente, sposta il telescopio sul target
e con il suo CCD SBIG ST-10XME prende una
serie di immagini di 60 secondi ciascuna e le
elabora. Al centro del campo nota subito
una stellina di 13
a
magnitudine non ripor-
tata sul suo atlante di riferimento, la Palo-
mar Observatory Sky Survey. Wiggins pensa
che l'oggetto sia troppo brillante per essere
la traccia lasciata dal GRB e sospetta possa
piuttosto trattarsi di un artefatto introdotto
dalla strumentazione. Per verificare questa
ipotesi sposta di poco il telescopio e ripete
le esposizioni. La stellina c'è ancora e ciò
spinge l'astrofilo a continuare le riprese fino
all'alba, il che gli permette di costruire una
curva di luce la cui forma risulta poi essere
compatibile con quelle prese da strumenti
professionali al suolo. Sebbene l'alert a Wig-
gins fosse giunto dal circuito di Swift, ad av-
1...,34,35,36,37,38,39,40,41,42,43 45,46,47,48