l'Astrofilo febbraio 2014 - page 8

EVOLUZIONE STELLARE
ASTROFILO
l’
a quel punto, tentare
misurazioni dirette, sal-
tando gli scenari virtuali.
La situazione è diven-
tata ancora più incerta
quando, pochi anni fa,
gli astrofisici si sono re-
si conto che le abbon-
danze degli elementi
chimici contenuti nel
Sole (soprattutto carbo-
nio, azoto, ossigeno, ne-
on e argon) andavano
riviste sensibilmente al
ribasso, addirittura di
percentuali a due cifre.
Questo perché altrimen-
ti non ci sarebbe stata
corrispondenza con i ri-
sultati sulle abbondanze
forniti da accurate ricer-
che basate sull'eliosi-
smologia. Dal momento
che il Sole è la stella
campione per i modelli
che interpretano l'evo-
luzione stellare, se la ca-
ratterizzazione chimica
di quel campione è er-
rata, lo saranno anche
tutte quelle previsioni in
cui le abbondanze degli
elementi chimici sono
un fattore cruciale. A questo problema
sono particolarmente sensibili gli oggetti
sul confine fra stelle e nane brune, dove
anche una variazione della metallicità, oltre
che della massa, può comportare profondi
cambiamenti nei processi fisici che avven-
gono al loro interno. Pertanto, nessun at-
tuale modello è in grado di prevedere al
raggiungimento di quali parametri minimi
una potenziale nana bruna diventa invece
una stella.
Ben consapevoli di questa situazione, alcuni
astronomi coordinati da Sergio Dieterich
(Georgia State University, Atlanta) hanno
deciso di scoprire dove si trova quel confine
facendo affidamento sulle osservazioni di-
rette, anziché sulle previsioni teoriche. Il
team ha sviluppato il proprio programma di
ricerca partendo da una considerazione
molto interessante: se una nana bruna è in-
capace di raggiungere uno stato di equili-
brio attraverso la fusione nucleare soste-
nibile (nel qual caso diverrebbe una stella),
il suo collasso sarà arrestato da una forza
diversa, denominata “pressione degli elet-
troni degeneri”, che domina l'ambiente
quando il gas raggiunge densità elevate ma
a temperature relativamente basse.
Questa pressione viene facilmente vinta se
l'oggetto accumula massa sufficiente a rag-
giungere la fusione dell'idrogeno, ma quan-
do ciò non avviene la pressione di cui sopra
produce uno scenario molto particolare che
fornisce la chiave per risolvere la questione:
quanto più elevata è la massa della nana
bruna, tanto più piccolo sarà il suo raggio.
È l'esatto opposto di ciò che accade nelle
stelle vere e proprie, dove un aumento di
L
e abbondanze
di stelle in
base al tipo spet-
trale, entro 32
anni luce dalla
Terra. Si nota una
netta caduta nel
numero passando
dalle nane rosse
di tipo M alle
nane brune, quasi
certamente do-
vuta alla mag-
giore difficoltà di
scoprire oggetti
substellari.
[ASA/ESA/A.Feild
(STScI)/T. Henry
(Georgia State
University)]
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