l'Astrofilo febbraio 2014 - page 16

ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
(sensori di ripresa, pannelli solari, batterie,
radio, unità di controllo dell'assetto, etc.) in
uno chassis grande quanto 3 cubi di Rubik
messi uno sopra l'altro. Da questa unione di
hardware (dotato di relativo software)
prendono forma dei piccolissimi satelliti,
detti anche nanosatelliti o cubesat, che
hanno il grande vantaggio di pesare pochis-
simo (per definizione meno di 10 kg).
Questo permette loro di “scroccare un pas-
saggio” verso l'orbita terrestre, fungendo
da contrappeso per il bilanciamento di sa-
telliti più grandi all'interno della stiva collo-
cata in cima a un razzo vettore.
L'esiguo peso e il fatto di essere assemblati
con parti hardware già presenti sul mercato
li rende particolarmente economici ed è
quindi possibile realizzarne parecchi per
ogni progetto. Quelli di STARE saranno 18,
due dei quali già realizzati, messi in orbita
(il primo il 13 settembre 2012, il secondo il
20 novembre 2013) e sottoposti ad alcuni
test di comunicazione e controllo dell'as-
setto. Un terzo nanosatellite sarà lanciato
la prossima estate ed è quello utilizzato per
il test di cui dicevamo all'inizio, grazie al
quale la posizione del NORAD 27006 è stata
prevista a 36 ore con una precisione di ap-
pena 50 metri.
Il vantaggio più macroscopico dei nanosa-
telliti di STARE rispetto alle stazioni dell'SSN
è quello di operare 24 ore su 24 diretta-
mente dall'interno della nube di spazzatura
spaziale e di poter riprendere lo stesso tar-
get più volte al giorno, mentre ogni tele-
scopio a terra ha due finestre di appena 1-2
ore dopo il tramonto
e prima dell'alba, en-
tro la quale il cielo è
abbastanza scuro e
l'oggetto da osserva-
re è abbastanza bril-
lante (dopodiché o
si immerge nel cono
d'ombra proiettato
dal nostro pianeta o
svanisce nella luce del
giorno).
Pur disponendo i na-
nosatelliti di STARE di
telescopi di appena
85 mm di diametro e
225 mm di lunghezza
focale, quando la co-
stellazione sarà com-
U
n esempio di
come funzio-
na STARE. La stri-
scia è stata pro-
dotta da uno sta-
dio di un razzo ri-
masto in orbita
dopo aver rilascia-
to un satellite. La
sua posizione rea-
le rispetto alle stel-
le di sfondo diffe-
risce da quella
prevista ed è quin-
di necessario rical-
colare i parametri
orbitali. [LLNL]
A sinistra, uno dei
numerosi casi di
spazzatura spa-
ziale precipitata al
suolo. Qui siamo
nel deserto del-
l’Arabia Saudita.
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