l'Astrofilo maggio-giugno 2015 - page 39

CRONACHE SPAZIALI
mentati ruotano”
, ha aggiun-
to Drahus. Gli astronomi han-
no determinato il periodo di
rotazione dell'oggetto misu-
rando piccole fluttuazioni pe-
riodiche della luminosità. Tali
fluttuazioni ricorrono natural-
mente quando il nucleo irre-
golare ruotaattornoal proprio
asse e riflette diverse quantità
di luce solare durante un ciclo
di rotazione.
“Questa è una
tecnica ben consolidata, ma la
sua applicazione subersagli deboli è im-
pegnativa”
, ha detto Waclaw Waniak,
della JagiellonianUniversity, chehapro-
cessato i dati del Keck Observatory.
“La
principale difficoltà è che la luminosità
dev’essere rilevata ogni pochi minuti,
pertanto non c'è tempo per lunghe
esposizioni. Per tale motivo è stata ne-
cessaria l'enorme area di raccolta della
luce del Keck II, che cattura un'abbon-
dante quantità di fotoni in un tempo
moltobreve.”
I fotoni sono stati poi con-
centrati lungo il percorsootticodel tele-
scopio e inviati allo strumento DEIMOS
per produrre i dati che hanno permesso
agli scienziati di determinare la natura
di P/2012 F5. Mentre monitoravano la
luminosità con esposizioni singole di 3
minuti, gli astronomi hanno anche
messo assieme tutti i dati per comporre
una singola immagine ultraprofonda,
che ha rivelato i frammenti. Il risultato
non sarebbe stato possibile se il target
selezionato, P/2012 F5, non fosse stato
un candidato ideale per questo studio.
Alex R. Gibbs aveva scoperto l'oggetto il
22marzo del 2012 con il riflettore di 1,5
metri del Mount Lemmon. Era stato ini-
zialmente classificato come cometa, ma
unicamente per il suo aspetto “polve-
roso”. Due team indipendenti avevano
poi rapidamente dimostrato che tutte
quelle polveri erano state emesse in un
singolo impulso, circa un anno prima
della scoperta (qualcosa che alle comete
nonaccade). Quandonel 2013 lepolveri
si stabilizzarono, unaltro team, con il te-
lescopiodi 2,2metri dell'Universitàdelle
Hawaii, sulMaunaKea, rivelòunnucleo
dall'aspetto stellare e suggerì una di-
mensione massima di 2 km.
“Abbiamo
sospettato che questo limite superiore
fosse vicino all'attuale dimensione del-
l'oggetto. Di conseguenzaabbiamo scel-
to di osservare P/2012 F5 perché, a di-
spettodelle suepiccoledimensioni, sem-
bra essere il più grande e più facilmente
osservabileasteroideattivo sospettatodi
rotazione esplosiva”
, ha detto Jessica
Agarwal, del Max Planck Institute for
Solar System Research, che ha scelto
P/2012 F5 come target. Come risultato
dello studio, P/2012 F5 è il primo og-
gettoda poco frammentatodel sistema
solare con un ben determinato periodo
di rotazione, che risulta essere il più ve-
loce fra gli asteroidi attivi. Un'attenta
analisi fatta dal teammostra che queste
due caratteristiche dell'oggetto sono
consistenti con lo scenario della rota-
zione esplosiva. Ma anche spiegazioni
alternative, come la frammentazione
provocata da un impatto, non possono
essere completamente escluse.
“Ci sono
molti rotatori veloci fra gli asteroidi che
nonmostrano segni di una recente per-
dita di massa. E ci sono molti impatta-
tori iperveloci che vagano là fuori alla
ricerca di bersagli da colpire, siano essi
veloci o lenti rotatori”
, ha aggiunto
Drahus.
“Siamo in debito con i Caltech
Optical Observatories per averci gene-
rosamente assegnato tempo-telescopio
al Keck Observatory per questo pro-
gramma”
, ha conclusoDrauhs, già ricer-
catore associato presso il NRAO del Cal-
tech.
“Senza l'enorme superficie riflet-
tente del Keck II di 10 metri, non sa-
remmo stati in grado di raggiungere i
nostri obiettivi così velocemente.”
F
luttuazioni di lumino-
sità del nucleo di P/2012
F5 durante due consecutivi
cicli di rotazione, fornite ri-
spetto al tempo (grafico in
alto) e rispetto alla fase di
rotazione del nucleo (gra-
fico in basso). [M. Drahus,
W. Waniak (OAUJ) / W. M.
Keck Observatory]
n
ditoagli scienziati di determinarealcune
delle caratteristiche principali che po-
trebbero dimostrare o confutare le teo-
rie. Fino allo scorso agosto, quando al
team della Jagiellonian University gui-
datodaMichal Drahus è statoassegnato
del tempo-telescopio al Keck Observa-
tory.
“Quando lo scorsoagostoabbiamo
puntato il Keck II su P/2012 F5, abbiamo
sperato di misurare quanto veloce-
mente ruotava e di verificare se avesse
frammenti di considerevoli dimensioni.
I dati ci hanno mostrato tutto ciò”
, ha
detto Drahus. Il team ha scoperto al-
meno quattro frammenti dell'oggetto,
già noto per aver precedentemente
espulso polveri a metà del 2011. I ricer-
catori hannoanchemisuratounperiodo
di rotazionemolto corto, di appena 3,24
ore, abbastanza veloce da causare
l'esplosionedell'oggetto.
“Ciòèdavvero
notevole, perché la rotazione veloce è
stata sospettata di catapultare polveri e
di innescare la frammentazionedi alcuni
asteroidi attivi e comete, ma fino ad ora
non abbiamo potuto testare a fondo
questa ipotesi perché non sapevamo
quanto velocemente gli oggetti fram-
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