l'Astrofilo maggio-giugno 2015 - page 10

ASTROFILO
l’
tutto per quanto riguarda il carbonio, l'ossi-
geno e lo stesso azoto. La composizione chi-
mica riscontrata e le abbondanze dei vari
isotopi appaiono inconci-
liabili sia con lo scenario di
una tipica nova, sia con una
nova lenta, sia con altri
processi esplosivi noti, in-
clusa la formazione delle
nebulose planetarie, che se
in qualche caso possono so-
migliare al residuo di CK
Vul, per via della vaga for-
ma a clessidra, mostrano al
contrario di tale residuo
una spiccata abbondanza
di ossigeno e una meno si-
gnificativa presenza di a-
zoto. Anche la massa del
materiale che compone il
residuo in espansione (al-
meno 1,2 masse solari) è
eccessiva rispetto a quella
generalmente accumulata
attorno a sé da una nova;
così come è al contrario ec-
cessivamente bassa la lumi-
nosità del residuo stesso, rispetto alla media
dei residui di novae conosciuti. Un'altra dif-
ferenza rispetto ad altri residui è la forte e-
U
na suggestiva
ripresa inver-
nale del radiotele-
scopio di Effel-
sberg, di 100 m di
diametro, utiliz-
zato da Kami
ń
ski
e colleghi per os-
servare il residuo
della Nova 1670
oltre il dominio
submillimetrico.
[Max-Planck Insti-
tut fu
̈
r Radioastro-
nomie] A sinistra
vediamo ciò che
resta della nova:
sono state combi-
nate la radiazione
visibile dei gas
(blu, dal telesco-
pio Gemini), quel-
la submillimetrica
delle polveri
(giallo, da SMA) e
l’emissione mole-
colare (rosso, da
APEX e SMA).
[ESO/T. Kami
ń
ski]
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,...52
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