l'Astrofilo maggio 2012 - page 40

GALASSIE
ASTROFILO
l’
possono essere misurate in
migliaia di km/s ed è facile
immaginare il livello di di-
struzione cui andrebbero
soggetti i corpi solidi di
quei sistemi.
Le simulazioni al computer
indicano che la loro forma-
zione sarebbe piuttosto ra-
pida, da 1000 a 10000 anni
a seconda delle dimensioni
finali, dopodiché, nel giro
di qualche milione di anni
(per corpi più grandi di
1000 km di diametro) ver-
rebbero letteralmente ri-
dotti in polvere microsco-
pica (pochi micron di diametro) dalle conti-
nue, reciproche collisioni. E sarebbe proprio
quella polvere a oscurare la metà degli AGN
finora osservati.
Tutti i frammenti di pianeti e corpi minori
coinvolti nella produzione della polvere si
disperderebbero col trascorrere del tempo
in una struttura toroidale o sferoidale (la
forma dipende da quanti dischi sono pre-
senti) paragonabile alla Nube di Oort che
circonda il nostro sistema planetario. Per
questa analogia, nel team di Nayakshin
hanno deciso di adottare il termine “super
nube di Oort” per la struttura che evolvendo
porta all’oscuramento degli AGN.
In realtà, se consideriamo le sole dimensioni
spaziali, quel “super” è un po’ esagerato,
visto che entrambe le nubi si sviluppano in
volumi con ampiezza massima inferiore a 1,5
anni luce. Se invece pensiamo alle masse in
gioco, si tratta davvero di “super nubi”,
coinvolgendo da centinaia a migliaia di
masse solari, mentre la nostra più modesta
nube di Oort ha una massa complessiva sti-
mata in non più di 5 Terre.
Se, come è facile immaginare, i pianeti delle
stelle che orbitano a brevissima distanza dai
buchi neri supermassicci non sono il luogo
più ideale dove possa apparire la vita, la loro
polverizzazione è essa stessa favorevole alla
vita, perché l’effetto schermante delle loro
macerie nei confronti della terribile radia-
zione in uscita dall’AGN preserva le regioni
più esterne dei centri galattici, rendendole
un po’ più vivibili.
Secondo gli astronomi impegnati in questo
tipo di studi, il fatto che una metà degli AGN
non presenti un significativo assorbimento
della luce potrebbe essere spiegato dall’as-
senza di dischi di stelle attorno ad essi.
I dischi possono non esserci perché la radia-
zione proveniente dall’interno è troppo
forte per consentire qualunque forma di ag-
gregazione dei gas, oppure troppo debole
per favorire la frammentazione gravitazio-
nale del disco. Ma potrebbe esserci anche un
altro motivo non contemplato nel lavoro di
Nayakshin e colleghi.
Come si diceva più sopra, nei dischi in que-
stione si formano prevalentemente stelle di
grande massa, che per la velocità con cui
bruciano il combustibile nucleare non vi-
vono più a lungo di poche decine di milioni
di anni. Una volta terminata con un’esplo-
sione la loro esistenza ed aver aggiunto le
loro polveri a quelle dei loro eventuali si-
stemi planetari nel frattempo andati di-
strutti, potrebbe non esserci più per lungo
tempo una fonte di produzione delle pol-
veri, almeno fino a quando non si ripresen-
tano le condizioni ideali per una nuova
frammentazione gravitazionale del disco. In
quell’intervallo di tempo l’AGN potrebbe
uscire gradualmente dall’oscuramento. Il
fatto che nell’universo, a varie distanze, il
50% di essi risulti oscurato, potrebbe sem-
plicemente significare che per la metà della
loro esistenza gli AGN sono circondati a bre-
vissima distanza da stelle con sistemi plane-
tari in corso di distruzione.
Q
ueste due
profondis-
sime immagini
infrarosse met-
tono in evidenza
la posizione del
buco nero super-
massiccio (deno-
minato Sgr A*)
che si annida nel
cuore della no-
stra galassia.
Come si può fa-
cilmente notare
dal confronto fra
le due immagini,
il mostruoso og-
getto presenta
dell’attività, sot-
toforma di radia-
zione luminosa
verosimilmente
irradiata da ma-
teria stressata
prima di essere
definitivamente
fagocitata. [ESO]
n
1...,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39 41,42,43,44,45,46,47,48
Powered by FlippingBook