l'Astrofilo maggio 2012 - page 7

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
Sole rispetto a un eventuale osservatore
lontano, che proprio da quelle variazioni
potrebbe arguire l’esistenza di un sistema
planetario. Ogni pianeta attira dunque
verso di sé la propria stella (e tutti gli altri
corpi) in proporzione alla massa e alla di-
stanza, e in caso di più pianeti in orbita la
trazione riscontrata in un determinato mo-
mento rappresenta la media di tutte le tra-
zioni. Osservando come quella media varia
nel tempo è possibile estrarre una o più
componenti periodiche e determinare così
il numero degli oggetti coinvolti, le loro
masse e le loro distanze (a tal fine è indi-
spensabile conoscere molto bene le carat-
teristiche fisiche della stella). I metodi
analitici impiegati in questo tipo di ricerca
funzionano come un ”microscopio tempo-
rale”: più è elevata la risoluzione, maggiore
è il numero di singoli segnali periodici che
vengono “staccati” dal segnale comples-
sivo. Il “microscopio temporale” utilizzato
da Tuomi era evidentemente più potente di
quello impiegato in precedenza sugli stessi
dati (Lovis et al., 2011) e ciò gli ha permesso
di distinguere nuovi segnali periodici dove
altri vedevano solo residui di segnali più
forti o semplicemente rumore.
Come prima cosa l’astronomo finlandese ha
verificato l’esistenza dei primi 6 pianeti già
scoperti nel 2010 dal team di Lovis, 5 dei
quali di taglia nettuniana (HD 10180 c, d, e,
f, g), con masse comprese fra 12 e 25 masse
terrestri, e un sesto più simile a Saturno (HD
10180 h), pesante circa 65 Terre. Dopo aver
confermato la loro presenza e i loro periodi
di rivoluzione di 5,76, 16,36, 49,7, 123, 601 e
2200 giorni (i dati coprivano un periodo di
circa 2400 giorni), Tuomi ha poi confermato
l’esistenza di un settimo pianeta (HD 10180
b), anch’esso già individuato da Lovis e col-
leghi ma molto meno evidente degli altri a
causa della piccola taglia, solo 1,35 masse
terrestri (come minimo),
e del rapido periodo di
rivoluzione, appena 1,18
giorni. A questo punto
la maggior risoluzione
dell’analisi statistica ap-
plicata da Tuomi alle va-
riazioni nella velocità
radiale di HD 10108 ha
messo in evidenza due
ulteriori segnali perio-
dici, corrispondenti a po-
tenziali pianeti di circa
1,9 e 5,1 masse terrestri
(valori da considerare
molto approssimativi) e
periodi di rivoluzione di
9,65 e 67,5 giorni (HD 10180 i, j).
Dunque sembra proprio che il sistema di
HD 10180 includa addirittura 9 pianeti,
mediamente assai più massicci degli 8 che
ruotano attorno al Sole. Il condizionale è
d’obbligo perché serviranno ulteriori veri-
fiche, dal momento che l’interpretazione
dei dati è piuttosto delicata e fornisce ri-
sultati in parte diversi a seconda del me-
D
ettaglio della zona
riquadrata nell’imma-
gine precedente, con in
evidenza HD 10180. Il
campo qui inquadrato è
di circa 11’ d’arco, quasi
un terzo del disco lunare.
[ESO and Digitized Sky
Survey 2, D. De Martin]
1,2,3,4,5,6 8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,...48
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