l'Astrofilo marzo-aprile 2015 - page 55

L
a simulazione animata a
fianco mostra l’intera-
zione fra i venti delle due
componenti di Eta Carinae
durante i mesi del passag-
gio al periastro. Il tunnel
spiraleggiante è rappresen-
tato con tonalità rosa-rosse.
[NASA's Goddard Space
Flight Center/T. Gull et al.]
ASTROFILO
l’
sistema, e la loro corretta interpretazione è
fondamentale ai fini della conoscenza del si-
stema stesso. Il team di Gull ha dimostrato
che quando le due stelle si avvicinano fra
loro ed Eta Carinae B inizia a immergersi
negli strati più densi del guscio di gas ali-
mentato dal vento di Eta Carinae A, quello
stesso gas assorbe la radiazione ultravioletta
della prima, impedendole di raggiungere gli
strati più rarefatti, responsabili dell'emis-
sione del ferro due volte ionizzato. L'assenza
o la presenza di quel tipo di radiazione sono
dunque già molto indicative di ciò che av-
viene nel sistema stellare: ad esempio, la sua
intensità può essere correlata al ritmo con
cui Eta Carinae A perde massa, un ritmo che
negli ultimi tre passaggi al periastro è risul-
tato costante, cosa confermata dal segnale
dell'elio ionizzato (rimasto invariato). Que-
sta conclusione attribuisce di fatto a Eta Ca-
rinae B la responsabilità dei picchi di raggi X
misurati in anni recenti, picchi che ora pos-
sono essere interpretati come episodici in-
crementi nella perdita di massa da parte
della stella più piccola, una questione che fi-
nora era controversa. Complessivamente c'è
ancora molto da capire sulle dinamiche che
governano Eta Carinae, ma il recente lavoro
di Gull e colleghi ha comunque aperto la
strada a uno studio approfondito del pros-
simo passaggio al periastro.
n
modelli 3-D delle simula-
zioni, producendo delle
versioni solide con una
normale stampante 3-D.
Così facendo, il ricerca-
tore ha evidenziato delle
protuberanze a forma di
cresta nel flusso gassoso
lungo i bordi del tunnel.
Tali sporgenze, non an-
cora riscontrate da osser-
vazioni dirette, vengono attri-
buite a instabilità nell'azione dei
venti durante i mesi del massimo
avvicinamento fra i due astri.
Ancor più interessanti sono le
conclusioni tratte da Gull e colle-
ghi su alcune osservazioni chiave
che svelano il funzionamento in-
terno del sistema di Eta Carinae,
partendo da specifiche forme di
radiazione da esso emesse. È il
caso di una luce blu, rilevata da
telescopi al suolo, prodotta da
atomi di elio ionizzati una volta (ovvero pri-
vati di un elettrone) e associata alle condi-
zioni del vento di Eta Carinae A. Un'altra
radiazione chiave, osservata con lo Space Te-
lescope Imaging Spectrograph, a bordo di
Hubble, è quella emessa da atomi di ferro io-
nizzati due volte (quindi privati di due elet-
troni), che si genera nelle regioni in cui i gas
emanati dalla primaria vengono surriscaldati
dall'intensa luce ultravioletta della seconda-
ria. Una terza radiazione rivelatrice è rappre-
sentata dai raggi X che si producono nella
regione in cui i venti delle due stelle colli-
dono, creando onde d'urto che riscaldano il
gas fino a centinaia di milioni di gradi. Ogni
variazione di intensità di quelle tre forme di
radiazione è diretta conseguenza del variare
delle condizioni fisiche e/o geometriche del
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58
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