l'Astrofilo marzo-aprile 2015 - page 46

CRONACHE SPAZIALI
ASTROFILO
l’
I
n un'epoca in cui i nostri primi an-
tenati umani avevano da poco im-
parato a camminare in posizione
eretta, il nucleo della nostra galassia,
la Via Lattea, andò soggetto a una ti-
tanica esplosione che spinse all'ester-
no gas e altra materia a 3 milioni di
km/h.
Ora, almeno 2 milioni di anni dopo,
gli astronomi sono testimoni delle
conseguenze di quella esplosione:
fluttuanti nuvole di gas torreggiano
a circa 30000 anni luce sopra e sotto
il piano della nostra galassia.
Le enormi strutture furono scoperte
cinque anni fa come un bagliore di
raggi gamma nel cielo, nella dire-
zione del centro galattico. Le fattezze
a forma di pallone sono state da al-
lora osservate anche nei raggi X e
nelle onde radio. Ma gli astronomi so-
no dovuti ricorrere al telescopio spa-
ziale Hubble per misurare per la pri-
ma volta la velocità e la composizione
dei misteriosi lobi. Si cerca ora di cal-
colare la massa del materiale soffiato
fuori dalla nostra galassia, cosa che
permetterebbe di distinguere le cause
dell'outburst tra diversi possibili sce-
nari. Gli astronomi hanno proposto
due possibili origini per i lobi bipolari:
un'intensa formazione stellare al cen-
tro della Via Lattea, oppure un'eru-
zione del suo buco nero supermas-
siccio. Sebbene gli astronomi abbiano
già osservato venti gassosi, composti
Il nucleo della Via
Lattea spinge il vento
a 3 milioni di km/h
by NASA
di flussi di particelle cariche, in uscita
dai nuclei di altre galassie, ora stanno
avendo una visione unica e ravvici-
nata di quel fenomeno nella nostra
stessa galassia.
“Quando si guarda al centro di altre
galassie, i flussi emessi appaiono più
piccoli perché quelle ga-
lassie sono più lontane”
ha detto Andrew Fox,
dello Space Telescope
Science Institute di Balti-
mora, Maryland, princi-
pale ricercatore dello
studio.
“Ma le nubi che
stiamo osservando ora
sono ad appena 25000
anni luce di distanza,
nalla nostra galassia. Ab-
biamo un posto in prima
fila. Possiamo studiare i
dettali di queste strut-
ture. Possiamo valutare
quanto sono grandi e
misurare quanto cielo
coprono.”
I risultati di Fox sono
stati pubblicati su
The
Astrophysical Journal
Letters
e presentati al
225° meeting dell'Ame-
rican Astronomical So-
ciety di Seattle, Wash-
ington, USA.
I giganteschi lobi sono
stati denominati “Bolle
di Fermi”, perché furo-
no inizialmente indivi-
duati dal Fermi Gamma-
ray Space Telescope della NASA. La ri-
levazione di raggi gamma ad alta
energia suggerisce che un evento vio-
lento nel nucleo galattico ha scagliato
gas eccitato nello spazio. Per fornire
maggiori informazioni sul flusso in
uscita, Fox ha usato il Cosmic Origins
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