LUNA
ASTROFILO
l’
steroide, perché un e-
vento di quel tipo a-
vrebbe lasciato un'im-
pronta circolare (oppu-
re ellittica, a seconda
dell'angolo di inciden-
za) non solo in superfi-
cie ma anche negli stra-
ti sottostanti.
Quello che sembrava
essere, con i suoi 3200
km di diametro (e circa
4 milioni di km
2
di su-
perficie) uno dei più
grandi bacini da im-
patto del sistema so-
lare è invece qualcosa
di diverso.
Secondo il team di An-
drews-Hanna e Zuber,
quei segmenti possono
unicamente rappresen-
tare un sistema di pro-
fonde fratture createsi
a seguito del raffredda-
mento della crosta lu-
nare e successivamente
riempite da materiale
lavico iniettato da un
gigantesco pennacchio
magmatico attivo in
quella regione, mate-
riale che oltre a riem-
pire le fratture inondò
completamente tutti i
territori meno elevati,
ben oltre gli attuali
confini dell'oceano. Le
aree più orientali della
grande struttura fu-
rono successivamente
alterate dalla forma-
zione e sovrapposizio-
ne di altri mari, questi
sì creati dalla caduta di
asteroidi. In tempi un
po' meno remoti (cen-
tinaia di milioni di anni
fa anziché miliardi) l'a-
spetto dell'oceano cam-
biò ancora con la for-
mazioni di crateri più
gici: nel primo
caso (pagina pre-
cedente, sopra) il
flusso di lava
scorre lungo il
bordo settentrio-
nale del Mare
Frigoris; nel se-
condo caso (pa-
gina precedente,
sotto) ci troviamo
nei territori meri-
dionali dell’Ocea-
nus Procellarum.
[NASA/Colorado
School of Mines/
MIT/JPL/GSFC]
I
n questa pagi-
na, serie di map-
pe (in proiezione
cilindrica, centra-
te sull’emisfero
visibile della
Luna) che attra-
verso tecniche e
indici diversi evi-
denziano la strut-
tura scoperta
grazie ai dati gra-
vimetrici raccolti
nell’ambito della
missione GRAIL.
[Jeffrey Andrews-
Hanna et al.]