CRONACHE SPAZIALI
spetto al Sole, e oltre.
“È im-
portante capire come questi si-
stemi si confrontano con il
nostro sistema solare”
, ha det-
to Jay Anderson, membro del
team e dello Space Telescope
Science Institute di Baltimora,
Maryland.
“Pertanto ci serve
un censimento completo dei
pianeti in quei sistemi. Il mi-
crolensing gravitazionale è
cruciale nell'aiutare gli astro-
nomi a migliorare le teorie
della formazione planetaria.”
Il pianeta nel sistema di OGLE-
2005-BLG-169 è probabilmen-
te un esempio di “Giove fal-
lito”, un oggetto che inizia a
formare un nucleo di tipo gio-
viano di roccia e ghiaccio pe-
sante circa 10 masse terrestri, ma che
non cresce abbastanza velocemente
da raccogliere una massa significativa
di idrogeno ed elio. Quindi finisce
con una massa oltre 20 volte inferiore
a quella di Giove.
“I Giovi falliti, come OGLE-2005-BLG-
169Lb, sono previsti essere più comu-
ni dei Giovi, soprattutto attorno a
stelle meno massicce del Sole, se-
condo la più condivisa teoria sulla
formazione planetaria. Pertanto que-
sto tipo di pianeta dovrebbe essere
piuttosto comune”
, ha detto Ben-
nett. Il microlensing trae vantaggio
dai moti casuali delle stelle, che sono
generalmente troppo piccoli per es-
sere notati senza precise misurazioni,
tuttavia, se una stella passa quasi pre-
cisamente di fronte a una più lontana
stella di sfondo, la gravità della stella
in primo piano agisce come una lente
gigantesca, amplificando la luce pro-
veniente dall'altra.
Un compagno planetario che si tro-
vasse attorno alla stella in primo pia-
no può produrre anch’esso una varia-
zione nell'intensificazione della lumi-
nosità della stella di sfondo. Questa
fluttuazione dell'intensificazione può
rivelare il pianeta, che in molti casi è
troppo debole per essere visto dai te-
della lente rivela la massa e la
separazione orbitale del pia-
neta e della sua stella, così
come la distanza del sistema
planetario dalla Terra.
Le stelle di primo piano e di
sfondo sono state osservate in
diversi colori con la Wide Field
Camera 3 di Hubble, permet-
tendo conferme indipendenti
nella determinazione della
massa e della distanza.
Le osservazioni compiute con
la Near Infrared Camera 2 del
telescopio Keck II più di otto
anni dopo l'evento di micro-
lensing, forniscono una misura
precisa del moto relativo delle
stelle di primo piano e di
sfondo.
“È la prima volta che
riusciamo a risolvere completamente
la sorgente stellare e la stella-lente
dopo
ento di microlensing.
Ques
permesso di discriminare
tra due modelli che si adattano ai
dati della curva di luce del microlen-
sing”
, ha detto Batista.
I dati di Hubble e del Keck fornisco-
no un'anticipazione del metodo prin-
cipale di rilevamento di esopianeti
che sarà adottato da uno strumento
spaziale pianificato dalla NASA, il
Wide-Field Infrared Survey Telescope
(WFIRST), che permetterà agli astro-
nomi di determinare le masse di pia-
neti scoperti con il microlensing.
WFIRST avrà l'acutezza visiva di Hub-
ble nella ricerca di esopianeti con la
tecnica del microlensing. Il nuovo te-
lescopio potrà osservare stelle di
primo piano che ospitano pianeti ap-
procciare sorgenti stellari di sfondo
prima degli eventi di microlensing, e
allontanarsi da quelle sorgenti al ter-
mine degli eventi.
“WFIRST farà mi-
surazioni come quelle che abbiamo
fatto noi per OGLE-2005-BLG-169, vir-
tualmente per tutti gli eventi di mi-
crolensing planetario che osserverà.
Conosceremo masse e distanze di mi-
gliaia di pianeti scoperti conWFIRST”
,
ha concluso Bennett.
Q
uesta simulazione mostra il viaggio di 22 anni di
una stella che si muove nello spazio e che passa
direttamente davanti a una più lontana stella di sfon-
do, un effetto chiamato microlensing gravitazionale.
[NASA, ESA, D. Bennett (University of Notre Dame),
Wiggle Puppy Productions, and G. Bacon (STScI)]
n
lescopi. La durata di un intero even-
to di microlensing è di diversi mesi,
mentre la variazione dell'intensifi-
cazione dovuta al pianeta dura da
po-che ore a un paio di giorni.
I dati preliminari del microlensing di
OGLE-2005-BLG-169 hanno indicato
un sistema combinato di stelle di
primo piano e di sfondo, e del piane-
ta. Ma a causa degli effetti disturba-
tori della nostra atmosfera, un nu-
mero di stelle estranee si sono mi-
schiate con la stella di primo piano
e con quella di sfondo, nel popola-
tissimo campo prossimo al centro
della nostra galassia.
Le nitide immagini di Hubble e del
Keck hanno consentito ai gruppi di ri-
cerca di separare la sorgente di
sfondo dalle sue vicine. Sebbene le
immagini di Hubble siano state prese
6,5 anni dopo l'evento di lensing, la
sorgente e la stella lente erano an-
cora così vicine in cielo che le loro im-
magini erano fuse in quella che sem-
brava un'immagine stellare allunga-
ta. Gli astronomi possono misurare
sia la luminosità del pianeta sia
quella delle stelle da quell'immagine
allungata. Quando combinata con le
informazioni derivate dalla curva di
luce del microlensing, la luminosità
ASTROFILO
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