l'Astrofilo febbraio 2012 - page 8

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FEBBRAIO 2012
PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
Ma vediamo più nel dettaglio quanto real-
mente hanno in comune Kepler 20e e Kepler
20f con la Terra. Pochissimo, solo il diame-
tro: 11100 km per il 20e (quello di Venere è
di 12104 km) e 13100 km per il 20f (contro i
12756 della Terra). Le analogie si fermano
qui. Per tutto il resto quei due mondi lontani
non potrebbero essere più diversi dal nostro
pianeta (e forse anche da Venere).
Allo stesso modo il sistema planetario in cui
si trovano è totalmente differente da
quello in cui viviamo. Come ben sappiamo,
nel nostro ci sono quattro pianeti rocciosi
nelle regioni più interne e quattro pianeti
giganti gassosi in quelle più esterne, una
disposizione che ha sempre e inevitabil-
mente condizionato i modelli sulla forma-
zione dei sistemi planetari, al punto che
non appena abbiamo scoperto altri sistemi,
questi sono subito apparsi “strani” se non
altamente “improbabili”. Più facile che
siano i modelli costruiti sull’unico caso di-
sponibile ad essere un’anomalia, non per
nulla non sono in grado di spiegare la for-
mazione di un sistema planetario come
quello della stella Kepler 20.
Attorno ad essa non orbitano infatti solo
Kepler 20e e Kepler 20f, bensì anche altri tre
pianeti, scoperti precedentemente, che per
le loro dimensioni sono più simili a Nettuno
che non alla Terra: Kepler 20b, Kepler 20c e
Kepler 20d. I due pianeti di tipo terrestre,
considerati rocciosi dai ricercatori a causa
delle piccole dimensioni, orbitano ciascuno
fra due nettuniani, tanto che la disposizione
dei cinque pianeti finora noti in quel si-
stema (non si esclude che possano esser-
vene altri) a distanze crescenti dalla stella è
b-e-c-f-d, quindi un nettuniano, un terre-
stre, un altro nettuniano, un altro terrestre
e ancora un nettuniano.
Una disposizione non prevista dai nostri mo-
delli, soprattutto se consideriamo che i cin-
que pianeti hanno tutti orbite più piccole di
quella di Mercurio, con periodi di rivolu-
zione di appena 3
,
7, 6
,
1, 10
,
9, 19
,
6 e 77
,
6
giorni, e quindi si trovano spesso a brevi di-
stanze uno dall’altro. Come possa esistere
un sistema planetario apparentemente sta-
bile, con una simile alternanza di nettuniani
e terrestri così vicini fra loro e tutti così vicini
alla loro stella è attualmente inspiegabile.
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