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          PLANETOLOGIA
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          bienti in cui potevano raggiungere lo stato
        
        
          solido, i crateri polari, il cui pavimento si è
        
        
          progressivamente ricoperto di vari elementi
        
        
          ghiacciati, fra i quali l’acqua sembra fare la
        
        
          parte del leone.
        
        
          Ma quanta acqua c’è su Mercurio? La rispo-
        
        
          sta la dà il team di Lawrence, attraverso i
        
        
          dati raccolti con il Gamma-Ray and Neutron
        
        
          Spectrometer (GRNS), grazie al quale è stato
        
        
          possibile misurare le concentrazioni medie di
        
        
          idrogeno, e quindi indirettamente di acqua,
        
        
          nelle aree che appaiono più brillanti nelle
        
        
          osservazioni radar. Sfruttando la sollecita-
        
        
          zione degli elementi superficiali da parte dei
        
        
          raggi cosmici, questo particolare strumento
        
        
          misura i flussi di particelle rilasciate e sulla
        
        
          base della loro intensità ed energia consente
        
        
          di risalire alla quantità e alla natura del ma-
        
        
          teriale sollecitato. Sulla base delle proprietà
        
        
          dei flussi di neutroni associabili alle zone og-
        
        
          getto degli altri lavori, Lawrence e colleghi
        
        
          sono stati in grado di confermare la pre-
        
        
          senza di strati subsuperficiali di ghiaccio
        
        
          d’acqua particolarmente puro, spessi alcune
        
        
          decine di centimetri, posti al di sotto di strati
        
        
          più superficiali, spessi 10-20 cm, di ghiaccio
        
        
          meno puro, verosimilmente “inquinato” dai
        
        
          composti organici concentratisi a seguito
        
        
          della sublimazione dello strato di ghiaccio
        
        
          più esposto all’ambiente esterno. Tre ap-
        
        
          procci completamente diversi all’argomento
        
        
          hanno dunque fornito una risposta univoca
        
        
          e affermativa circa la presenza di ghiaccio
        
        
          d’acqua su Mercurio, il cui quantitativo com-
        
        
          plessivo viene ora stimato fra 20 e 100 mi-
        
        
          liardi di tonnellate, dunque una massa
        
        
          tutt’altro che trascurabile.
        
        
          Le vecchie osservazioni di Arecibo hanno in-
        
        
          somma trovato una definitiva conferma
        
        
          dalla combinazione degli attuali rilievi effet-
        
        
          tuati dalla MESSENGER, nonché dal nuovo
        
        
          modello termico di Mercurio.
        
        
          Restano ora da chiarire solo alcuni aspetti se-
        
        
          condari, per così dire, come ad esempio un
        
        
          apparente scurirsi nei decenni di alcuni dei
        
        
          siti che ospitano ghiaccio, cosa che risulte-
        
        
          rebbe dal confronto fra tutti i dati a dispo-
        
        
          sizione dei ricercatori e che Paul Lucey
        
        
          (University of Hawaii) interpreta come una
        
        
          recessione o un assottigliamento del ghiac-
        
        
          cio. Se così fosse, secoli o millenni fa Mercu-
        
        
          rio avrebbe potuto avere qualcosa di simile
        
        
          a delle calotte polari, ma ciò sembra davvero
        
        
          difficile da sostenere, meglio ipotizzare un
        
        
          altalenare dell’estensione dei ghiacci su pe-
        
        
          riodi molto più contenuti per motivi ancora
        
        
          del tutto ignoti. Per quanto incerto, anche
        
        
          questo argomento contribuisce comunque a
        
        
          rendere sempre più intrigante lo studio di
        
        
          un pianeta ritenuto per lunghissimo tempo
        
        
          una semplice copia della Luna, solo un po’
        
        
          più grande e più calda.
        
        
          n
        
        
          
            D
          
        
        
          
            
              a questa pa-
            
          
        
        
          
            
              noramica dei
            
          
        
        
          
            
              territori a più ele-
            
          
        
        
          
            
              vata latitudine
            
          
        
        
          
            
              nord si evince
            
          
        
        
          
            
              come allontanan-
            
          
        
        
          
            
              dosi dal polo si ri-
            
          
        
        
          
            
              ducano propor-
            
          
        
        
          
            
              zionalmente i siti
            
          
        
        
          
            
              adatti ad ospitare
            
          
        
        
          
            
              ghiaccio d’acqua
            
          
        
        
          
            
              (rappresentato in
            
          
        
        
          
            
              giallo).
            
          
        
        
          
            
              L’animazione nel
            
          
        
        
          
            
              riquadro, descrive
            
          
        
        
          
            
              il complesso per-
            
          
        
        
          
            
              corso seguito dal-
            
          
        
        
          
            
              la sonda MESSEN-
            
          
        
        
          
            
              GER prima di en-
            
          
        
        
          
            
              trare in orbita at-
            
          
        
        
          
            
              torno a Mercurio.