PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
efficiente in quel senso. Di conseguenza, in
prossimità dei poli del pianeta potrebbero
esistere siti adatti alla conservazione di
ghiacci, pensiamo ad esempio a rilievi mon-
tuosi con pendii esposti al polo, oppure a
crateri da impatto con parte del bordo e
con il pavimento in perenne oscurità.
Questa possibilità iniziò ad essere valutata
dagli astronomi già decenni addietro, ma
rimase una mera ipotesi fino al 1991,
quando a seguito di una campagna di os-
servazioni radar condotta con il radiotele-
scopio di Arecibo (isola di Puerto Rico)
furono registrate delle zone insolitamente
brillanti presso i poli del pianeta, in corri-
spondenza delle quali l’impulso radar ve-
niva riflesso con una modalità compatibile
con la presenza di ghiaccio d’acqua.
Confrontando la posizione si quei siti ad
alta riflettenza con le strutture superficiali
fotografate dalla sonda Mariner 10 nel
corso dei suoi flyby con Mercurio negli anni
’70, gli astronomi trovarono una netta cor-
rispondenza con alcuni grandi crateri da
impatto: il probabile ghiaccio sembrava na-
scondersi al loro in-
terno. La mappatura
della Mariner 10 era
però incompleta, co-
prendo meno della
metà della superficie
di Mercurio e parte
delle zone brillanti
potevano essere in-
terpretate anche di-
versamente; quindi
non fu possibile giun-
gere a una conclu-
sione unanime e la
questione rimase a-
perta.
Molto più recente-
mente, nell’aprile del
2011, lo studio di Mer-
curio ha fatto un bal-
zo decisivo con l’en-
trata in orbita polare
attorno al pianeta
della sonda MESSEN-
GER (MErcury Sur-
face, Space ENviron-
ment, GEochemistry,
and Ranging), il cui compito principale è
quello di produrre mappe topografiche,
termiche e geologiche con la sua schiera di
strumenti scientifici, primi fra tutti il Mer-
cury Dual Imaging System (MDIS) e il Mer-
cury Laser Altimeter (MLA). L’obiettivo è
ovviamente quello di indagare le proprietà
chimico-fisico-morfologiche della superficie
e del sottosuolo, per ricavare un quadro
evolutivo del pianeta quanto più completo
possibile.
Grazie ai dati raccolti dalla MESSENGER
sono già stati realizzati numerosi lavori che
hanno prodotto pubblicazioni di indubbio
interesse scientifico, incluse tre uscite su
Science Express
a fine novembre che risul-
tano decisive circa la presenza di ghiaccio
d’acqua su Mercurio. I team di Gregory A.
Neumann (NASA Goddard Space Flight Cen-
ter), David A. Paige (Department of Earth
and Space Sciences, University of California,
Los Angeles) e David J. Lawrence (The Johns
Hopkins University Applied Physics Labora-
tory, Laurel), hanno affrontato il problema
da diverse prospettive, giungendo a risul-
L
’immagine a si-
nistra è la map-
pa radar della re-
gione polare nord
di Mercurio rea-
lizzata con il ra-
diotelescopio di
Arecibo. Le re-
gioni più chiare,
rappresentate
con una tonalità
di giallo, sono
quelle a più alta
riflettenza. Fra
queste si ricono-
scono facilmente
le fattezze di al-
cuni grandi cra-
teri. L’elevata
luminosità di
quelle strutture,
così come quella
di strutture ana-
loghe presenti at-
torno al polo sud,
indicavano già
oltre vent’anni fa
la possibile pre-
senza di ghiaccio
d’acqua sul ro-
vente pianeta.
[National Astro-
nomy and Iono-
sphere Center,
Arecibo Observa-
tory]