ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          tati analo-
        
        
          ghi. I ricer-
        
        
          catori del
        
        
          team di
        
        
          Neumann
        
        
          hanno sco-
        
        
          perto che i
        
        
          valori mas-
        
        
          simi della
        
        
          riflettività
        
        
          superficia-
        
        
          le delle re-
        
        
          gioni po-
        
        
          lari sono sovrapponibili alle latitudini più
        
        
          settentrionali con le precedenti mappature
        
        
          radar. Due crateri in particolare risultano
        
        
          molto brillanti in entrambe le bande elet-
        
        
          tromagnetiche impiegate dagli strumenti
        
        
          (radio per Arecibo, infrarosso per MLA),
        
        
          avvalorando l’ipotesi dell’esistenza al loro
        
        
          interno di ghiaccio. È però sufficiente scen-
        
        
          dere anche di poco in latitudine rispetto a
        
        
          quei crateri per notare un fatto curioso:
        
        
          strutture che appaiono brillanti sulla mappa
        
        
          radar diventano molto scure sulla mappa
        
        
          infrarossa. Il motivo
        
        
          di tale differenza an-
        
        
          dava probabilmente
        
        
          ricercato nella diver-
        
        
          sa capacità di pene-
        
        
          trazione nel terreno
        
        
          dei due diversi im-
        
        
          pulsi luminosi e/o nel-
        
        
          la temperatura delle
        
        
          strutture osservate
        
        
          e/o nella loro compo-
        
        
          sizione.
        
        
          I vari tasselli del puz-
        
        
          zle si sono ulterior-
        
        
          mente ricomposti gra-
        
        
          zie al team di Paige,
        
        
          che ha sviluppato un
        
        
          modello termico del-
        
        
          le regioni polari nord
        
        
          di Mercurio, sulla ba-
        
        
          se dei rilievi topogra-
        
        
          fici, della riflettività
        
        
          superficiale e delle
        
        
          caratteristiche rota-
        
        
          zionali del pianeta. Il
        
        
          modello simula l’illu-
        
        
          minazione a latitu-
        
        
          dini diverse e in periodi diversi, fornendo
        
        
          precisi valori della temperatura superficiale
        
        
          e subsuperficiale, che suggeriscono dove il
        
        
          ghiaccio può essere stabile e più o meno
        
        
          esposto all’ambiente esterno. Dalle simula-
        
        
          zioni realizzate attraverso il modello si è
        
        
          potuto appurare che le chiazze invariabil-
        
        
          mente brillanti corrispondono a regioni in
        
        
          cui può esistere stabilmente ghiaccio d’ac-
        
        
          qua in superficie (ovviamente depositato
        
        
          sul fondo di crateri e altri siti perenne-
        
        
          mente in ombra), mentre nelle zone che ri-
        
        
          sultano brillanti nelle onde radio ma oscure
        
        
          nell’infrarosso il ghiaccio può essere stabile
        
        
          solo se ricoperto da almeno 1 metro di ma-
        
        
          teriale isolante, che nella fattispecie sembra
        
        
          essere una miscela di ghiaccio e molecole
        
        
          organiche complesse. La loro origine, così
        
        
          come quella dell’acqua, chiama in causa
        
        
          l’impatto contro Mercurio di comete e aste-
        
        
          roidi ricchi di elementi volatili. Questi ul-
        
        
          timi, dopo essere rimasti in sospensione allo
        
        
          stato gassoso per un certo lasso di tempo,
        
        
          formando una tenue atmosfera, sono stati
        
        
          lentamente intrappolati negli unici am-
        
        
          
            A
          
        
        
          
            
              ll’immagine
            
          
        
        
          
            
              precedente è
            
          
        
        
          
            
              stato qui sovrap-
            
          
        
        
          
            
              posto un mosaico
            
          
        
        
          
            
              di immagini delle
            
          
        
        
          
            
              medesime aree
            
          
        
        
          
            
              realizzato con lo
            
          
        
        
          
            
              strumento MDIS.
            
          
        
        
          
            
              La corrispondenza
            
          
        
        
          
            
              fra le aree bril-
            
          
        
        
          
            
              lanti nelle onde
            
          
        
        
          
            
              radio e la posi-
            
          
        
        
          
            
              zione dei crateri è
            
          
        
        
          
            
              perfetta.
            
          
        
        
          
            
              Nell’immagine a
            
          
        
        
          
            
              destra sono state
            
          
        
        
          
            
              invece ulterior-
            
          
        
        
          
            
              mente sovrappo-
            
          
        
        
          
            
              ste, con una
            
          
        
        
          
            
              tonalità di rosso,
            
          
        
        
          
            
              tutte le aree che
            
          
        
        
          
            
              agli strumenti di
            
          
        
        
          
            
              MESSENGER risul-
            
          
        
        
          
            
              tano essere per-
            
          
        
        
          
            
              manentemente in
            
          
        
        
          
            
              ombra. È facile
            
          
        
        
          
            
              constatare come
            
          
        
        
          
            
              tutti i depositi di
            
          
        
        
          
            
              ghiaccio risiedano
            
          
        
        
          
            
              proprio entro
            
          
        
        
          
            
              quelle aree
            
          
        
        
          
            
              fredde. [NASA/
            
          
        
        
          
            
              Johns Hopkins
            
          
        
        
          
            
              University Ap-
            
          
        
        
          
            
              plied Physics La-
            
          
        
        
          
            
              boratory/Carnegie
            
          
        
        
          
            
              Institution of Wa-
            
          
        
        
          
            
              shington/National
            
          
        
        
          
            
              Astronomy and
            
          
        
        
          
            
              Ionosphere Cen-
            
          
        
        
          
            
              ter, Arecibo Ob-
            
          
        
        
          
            
              servatory]