l'Astrofilo luglio-agosto 2014 - page 11

EVOLUZIONE STELLARE
ASTROFILO
l’
fasi di instabilità du-
rante le quali eietta
nello spazio strati di
materiale superficia-
le arricchito con gli
elementi sintetizzati
nel nucleo e traspor-
tati al suo esterno dai
moti convettivi del
plasma.
Fra quei “metalli” ab-
bondano soprattutto
quelli più leggeri,
come il carbonio (ori-
ginato dalla fusione
dell'elio), parte del
quale finisce col de-
positarsi sulla foto-
sfera di Wd1-5, men-
tre moltissima altra
materia (incluso altro
carbonio) si disperde
nello spazio in tutte
le direzioni.
Dopo vari sussulti che
le fanno perdere de-
cine di masse solari,
la futura magnetar
ha ormai esaurito anche i combustibili più
pesanti ammessi nella nucleosintesi stellare
e pertanto collassa innescando la fase di su-
pernova. La sua massa finale è comunque
sufficiente bassa da non trasformarsi in
buco nero e il poderoso campo magnetico
ereditato dal progenitore si concentra at-
torno alla neonata stella di neutroni “tra-
sformandola” in magnetar. La terribile e-
splosione spezza il legame gravitazionale
del sistema binario e sul luogo dell'evento
(o nei dintorni) rimane solo l'astro collas-
sato, mentre la stella superstite, Wd1-5,
viene scagliata via senza che l'onda d'urto
riesca a spogliarla dei metalli nel frattempo
acquisiti (anzi, l'esplosione della compagna
la arricchisce ulteriormente).
È questo lo scenario che spiega nel modo
più convincente sia le caratteristiche di
Wd1-5 sia quelle di J1647-45 e che al con-
tempo risolve il problema legato alla for-
mazione delle magnetar. Per confermarlo
sarà sufficiente trovare un'altra coppia, o
più coppie, dello stesso tipo.
P
rimo piano
dello spettro-
grafo FLAMES,
utilizzato dal
team di Simon
Clark per indivi-
duare e studiare
Wd1-5, la stella
di grande massa
che migliaia di
anni fa era legata
al progenitore
della magnetar
J1647-45. [ESO]
n
catturare quantità sempre più cospicue
dell'atmosfera della stella in espansione
(attraverso il punto di congiunzione dei
due lobi di Roche), fino ad aumentare la
propria massa di circa 20 masse solari. Il
trasferimento di materia ha una doppia
conseguenza: la stella inizialmente più
massiccia si ritrova molto alleggerita e ciò
ne posticipa la fine esplosiva (oggi non an-
cora avvenuta), mentre per la stella che ha
acquisito materia, portandosi a circa 55
masse solari, è come se iniziasse un rapido
invecchiamento. Quest'ultima acquisendo
materia ne acquisisce anche il momento
angolare, che la porta a ruotare sul proprio
asse molto più velocemente di prima e a in-
tensificare il proprio campo magnetico,
gettando così le basi dell'intensissimo cam-
po magnetico che la caratterizzerà dopo il
collasso gravitazionale.
Gli eventi precipitano rapidamente, con la
futura magnetar che, dopo aver terminato
di bruciare l'idrogeno e aver bruciato anche
buona parte dell'elio, inizia ad attraversare
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10 12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,...48
Powered by FlippingBook