GALASSIE
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          sata forma una o più stelle, che a seconda
        
        
          delle condizioni iniziali si riuniscono in am-
        
        
          massi più o meno grandi. Processi simili av-
        
        
          vengono anche in ambiti molto più vicini
        
        
          alla nostra esperienza quotidiana, ad esem-
        
        
          pio quando piove, con l'acqua che invece di
        
        
          precipitare sotto forma di colonna di vapore
        
        
          lo fa sotto forma di gocce. Per quanto le
        
        
          scale siano esageratamente diverse, in en-
        
        
          trambi i casi temperatura, pressione e den-
        
        
          sità giocano ruoli determinanti.
        
        
          Ma scendiamo brevemente un po' più nel
        
        
          dettaglio di quella ventina di superammassi
        
        
          connessi alle due ellittiche interagenti.
        
        
          Nelle immagini dell'HST appaiono tutti al-
        
        
          meno marginalmente risolti in stelle e mo-
        
        
          strano una forma tondeggiante, con leg-
        
        
          gere asimmetrie che in qualche caso sem-
        
        
          brano abbozzi di bracci a spirale. Media-
        
        
          mente si presentano separati gli uni dagli
        
        
          altri di 3000-6000 anni luce e complessiva-
        
        
          mente occupano una regione ampia fino a
        
        
          90000 anni luce (non molto inferiore al dia-
        
        
          metro della Via Lattea). Tutti appaiono pro-
        
        
          iettati nella regione in cui i due aloni
        
        
          galattici si sovrappongono, a conferma del
        
        
          fatto che l'interazione delle due ellittiche
        
        
          non è estranea all'esistenza di quelle bril-
        
        
          lanti strutture. La lunghezza dei filamenti
        
        
          di idrogeno che si snodano fra i superam-
        
        
          massi raggiunge in media i 30000 anni luce.
        
        
          Si stima che il tasso di formazione stellare
        
        
          complessivo all'interno delle 19 strutture sia
        
        
          attualmente di 5 masse solari all'anno, un
        
        
          valore paragonabile a quello dell'intera Via
        
        
          Lattea. L'eccezionalità di quella catena di
        
        
          superammassi ha stimolato i ricercatori a in-
        
        
          traprendere nuove osservazioni, utiliz-
        
        
          zando anche strumenti operanti in bande
        
        
          spettrali diverse da quelle già indagate con
        
        
          l'HST (ultravioletto e visibile).
        
        
          Per una migliore comprensione dei proces-
        
        
          si in atto nell'ambiente che ospita quelle
        
        
          strutture sono infatti necessarie osserva-
        
        
          zioni multibanda, sia dal suolo sia dallo spa-
        
        
          zio, e proprio per tale motivo il centro di
        
        
          SDSS J1531+3414 sarà prossimamente inda-
        
        
          gato con l'Atacama Large Millimeter/sub-
        
        
          millimeter Array (ALMA) e con il telescopio
        
        
          spaziale per raggi X Chandra.
        
        
          n
        
        
          
            Q
          
        
        
          
            
              uesto dia-
            
          
        
        
          
            
              gramma, ap-
            
          
        
        
          
            
              parentemente
            
          
        
        
          
            
              complesso, dimo-
            
          
        
        
          
            
              stra con sempli-
            
          
        
        
          
            
              cità l’equidistanza
            
          
        
        
          
            
              delle due galassie
            
          
        
        
          
            
              che ospitano i su-
            
          
        
        
          
            
              perammassi. Nella
            
          
        
        
          
            
              colonna di sinistra
            
          
        
        
          
            
              vediamo che pur
            
          
        
        
          
            
              prendendo uno
            
          
        
        
          
            
              spettro compren-
            
          
        
        
          
            
              sivo di entrambe
            
          
        
        
          
            
              le componenti
            
          
        
        
          
            
              (cerchio blu), il set
            
          
        
        
          
            
              di righe risultanti
            
          
        
        
          
            
              è unico. Nella co-
            
          
        
        
          
            
              lonna di destra,
            
          
        
        
          
            
              due spettri sepa-
            
          
        
        
          
            
              rati (presi con
            
          
        
        
          
            
              l’Andalucia Faint
            
          
        
        
          
            
              Object Spectro-
            
          
        
        
          
            
              graph and Ca-
            
          
        
        
          
            
              mera) indicano
            
          
        
        
          
            
              sfasamenti mas-
            
          
        
        
          
            
              simi nelle velocità
            
          
        
        
          
            
              di circa 280 km/s,
            
          
        
        
          
            
              insufficienti a
            
          
        
        
          
            
              considerare sle-
            
          
        
        
          
            
              gate le due galas-
            
          
        
        
          
            
              sie. [G. Tremblay,
            
          
        
        
          
            
              M. Gladders, S.
            
          
        
        
          
            
              Baum et al.]