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TERRA
ASTROFILO
l’
la stessa epoca a carico del berillio-10, inso-
litamente abbondante nei ghiacci antartici,
in depositi risalenti al 770-780 d.C. (anche in
questo caso la risoluzione non è migliore del
decennio). Ma non solo.
Un GRB corto emette un’energia compresa
fra 10
49
e 10
51
erg (paragonabile a quella di
una supernova), il che significa che per pro-
durre l’eccesso di carbonio-14 in questione,
il lampo deve generarsi a una distanza com-
presa fra 300 e 13 000 anni luce (l’energia
viene “diluita” al crescere della distanza, in
funzione del quadrato di quest’ultima). È
però stato calcolato che se un lampo di quel
tipo partisse da una distanza inferiore ai
3000 anni luce si avrebbero pesanti effetti
sulla biosfera, con estinzione di un numero
crescente di specie viventi al crescere della
prossimità. Poiché non vi sono testimo-
nianze scientifiche in tal senso per il Me-
dioevo, il GRB corto non può che essersi
manifestato fra i 3000 e i 13000 anni luce
dal nostro pianeta. A quelle distanze si pre-
vede che il fenomeno risulti visibile anche a
occhio nudo (il flusso gamma ha spesso con-
troparti a lunghezze d’onda maggiori), con
una magnitudine massima non più debole
di -2, quindi più brillante di tutte le stelle
del cielo; ma pur perdurando quel tipo di
segnale più a lungo del lampo gamma (circa
1 giorno) è facile immaginare che possa co-
munque passare inosservato. Il fenomeno
potrebbe ad esempio avere il suo picco in
pieno giorno a breve distanza (apparente)
dal Sole, oppure sopra il bel mezzo di un
oceano, o ancora su regioni abitate ma in-
teressate da diffuso maltempo. Fatto sta
che nessuna cronaca dell’epoca riferisce di
fenomeni celesti sicuramente riconducibili
a quel tipo di evento, e ciò convalida indi-
rettamente l’ipotesi stessa del GRB corto.
Sebbene quel tipo di lampi gamma siano
molto poco conosciuti e si abbiano solo
idee più o meno vaghe sul loro possibile ri-
correre all’interno della nostra galassia,
Hambaryan e Neuhäuser hanno voluto non-
dimeno spingersi oltre per capire se l’ipotesi
del GRB corto abbia anche una consistenza
statistica. Per quanto se ne sa da varie ricer-
che prodotte negli ultimi anni, il tasso di
GRB corti extragalattici che puntano verso
di noi è compreso fra 5 e 13 unità per giga-
parsec cubico all’anno (1 parsec = 3,26 anni
luce). Rapportando quella frequenza alle
dimensioni della nostra galassia si trova che
può manifestarsi (per l’osservatore terre-
stre) un GRB corto galattico ogni 230 000-
600 000 anni. (È molto probabile che l’at-
tuale soglia di rilevamento da parte dei te-
lescopi gamma non consenta di registrare
Q
uando la luce
di un lampo
gamma, prima di
giungere sulla
Terra, attraversa
strutture opache,
può perdere la
componente visi-
bile della luce li-
berata durante
l’evento che ha
generato il lampo.
L’assorbimento lu-
minoso può es-
sere così intenso
da oscurare com-
pletamente per-
sino l’esplosione
di una supernova.
Ma ciò non basta
a fermare i fotoni
gamma, che gra-
zie alla loro ecce-
zionale energia
continuano a sfre-
ciare nello spazio.
[ESO/L. Calçada]
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