TERRA
ASTROFILO
l’
tutti quelli di minore energia, quindi la fre-
quenza degli eventi potrebbe essere anche
sensibilmente maggiore, ma limitiamoci al-
la realtà attuale.)
La forbice di cui sopra è sostanzialmente
confermata dal tasso di fusione di astri col-
lassati previsto nella nostra galassia, che
forse raggiunge quota 150-200 eventi per
milione di anni. Considerando solo quelli
nella Via Lattea il cui lampo gamma punta
verso la Terra, abbiamo circa 1 evento ogni
40 000 anni, frequenza che scende a 1
evento ogni 400000 anni per distanze infe-
riori a 13000 anni luce.
Attualmente non c’è modo di verificare le
previsioni statistiche, almeno non con la da-
tazione al carbonio-14, e questo sia perché
non esistono esseri viventi più vecchi di
3000 anni (periodo nel quale vi è solo il
picco di Miyake), sia perché oltre i 50 000
anni quel tipo di datazione diventa troppo
inaffidabile. Ma se realmente veniamo in-
vestiti dal flusso di radiazione di un GRB
corto ogni 400000 anni in media, che cosa
può vietare che ciò sia accaduto l’ultima
volta proprio nel 774-5 dopo Cristo? Nulla.
Quel tipo di fenomeno è, fra tutti quelli co-
nosciuti, l’unico in grado di fornire la giusta
quantità di energia, nei tempi giusti, se
posto alla giusta distanza; l’unico in grado
di dar conto degli effetti riscontrati sulla
Terra e l’unico in grado di non lasciare una
traccia evidente in cielo. Qualunque altra
ipotesi diversa da quella del GRB corto sa-
rebbe molto più difficile da sostenere.
L’unico modo per avere una conferma defi-
nitiva al tutto è, come proposto dagli stessi
Hambaryan e Neuhäuser, quello di scoprire
un astro collassato a una distanza e con
un’età compatibili con quelle dell’evento.
Quell’astro potrebbe essere addirittura già
stato scoperto ma non ancora adeguata-
mente studiato, e non a caso i due ricercatori
propongono una breve lista che comprende
cinque stelle di neutroni, distanti fra 3000 e
13000 anni luce, fra le quali potrebbe na-
scondersi il progenitore del lampo medioe-
vale. Non resta che verificare.
L
’osservazione
dei GRB corti ha
importanti impli-
cazioni soprattut-
to a livello cosmo-
logico, come di-
mostra un evento
del 10 maggio
2009, nel flusso di
fotoni del quale il
satellite Fermi ne
rivelò alcuni con
energia inferiore
di milioni di volte,
che però dopo un
viaggio di 7,3 mi-
liardi di anni alla
velocità della luce
erano arrivati nel
rivelatore distac-
cata dagli altri di
appena 9/10 di se-
condo. Come pre-
visto da Einstein,
la velocità nel
vuoto non è di-
pendente dal-
l’energia traspor-
tata. [NASA]
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