asteroide su Marte (come su altri corpi roc-
ciosi) ha la capacità di rivoltare i terreni col-
piti, facendo affiorare rocce sedimentarie
fino a quel momento nascoste in profondità.
Questa eventualità è molto interessante per-
ché offre ai ricercatori la possibilità di esami-
nare le proprietà chimico-fisiche di stratifica-
zioni che possono aver rappresentato un ha-
bitat ideale allo sviluppo di forme di vita mi-
crobica. Il sottosuolo marziano è infatti
considerato l’am-
biente con le mag-
giori probabilità di
aver ospitato vita
sul pianeta rosso,
sia per la presenza
di riserve di acqua,
sia per la sua fun-
zione di scudo con-
tro gli stravolgi-
menti superficiali e
atmosferici e con-
tro le radiazioni
nocive provenienti
dallo spazio ester-
no. Se dunque su
Marte ci fu la vita,
un buon modo per
trovarne traccia è
quello di cercarla
metri o decine di
metri al di sotto
ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
McLaughlin, oltre ad es-
sere uno dei crateri più
profondi, ha la partico-
larità di trovarsi su ter-
reni molto bassi rispetto
al livello medio della su-
perficie marziana ed è
praticamente collocato
alla fine di un vasto pen-
dio che degrada lenta-
mente per centinaia di
chilometri. La sua pro-
fondità e la sua colloca-
zione altimetrica sono
già di per loro due fat-
tori molto interessanti,
quando si considera che
le principali riserve di
acqua presenti su Marte
avevano in passato (e
forse hanno ancora) una collocazione sub-
superficiale. Alcuni di quei depositi sono
stati inevitabilmente sconvolti dalla forma-
zione dei crateri, che in certi casi possono es-
sere stati invasi dall’acqua fino a formare
veri e propri laghi. A maggior ragione ciò
può essere avvenuto su terreni già depressi,
come quelli che ospitano McLaughlin.
Oltre a provocare la fuoriuscita di acqua in-
trappolata nel sottosuolo, la caduta di un
V
isione d’in-
sieme del cra-
tere McLaughlin
come appare oggi.
Se potessimo ve-
derlo com’era al-
cuni miliardi di
anni fa ci appari-
rebbe ricoperto
d’acqua almeno
fino ai primi rilievi
del suo bordo.
[ESA/DLR/FU Ber-
lin/Nuekum]
S
paccato del
sottosuolo
marziano che evi-
denzia i depositi
di ghiaccio d’ac-
qua che vi si na-
scondono. I piccoli
impatti meteori-
tici non sono in
grado di modifi-
care quei depositi,
ma i grandi im-
patti asteroidali
del passato li
hanno liquefatti,
facendo sgorgare
l’acqua all’interno
delle depressioni
superficiali. È in
quegli ambienti
che possono es-
sere trovate trac-
ce di vita. [NASA]
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