l'Astrofilo luglio 2012 - page 45

45
COSMOLOGIA
ASTROFILO
l’
dovrebbe essere sufficiente a giustificare
l'ampia diffusione dei metalli. I conti non
tornano comunque e l'unico modo per spie-
gare le varie anomalie finora riscontrate
nelle galassie primordiali (non solo in fatto
di metalli) è quello di ammettere che al-
l'epoca le stelle evolvevano molto più rapi-
damente, forse grazie a una maggiore
disponibilità di materia prima per unità di
volume, oppure per motivi più esotici ora in-
sondabili.
Per evolvere più rapidamente, le stelle do-
vevano essere mediamente assai più mas-
sicce di quanto fi-
nora creduto, e cer-
tamente anche mol-
to più numerose.
Ma questo non ba-
sta: è necessario che
abbiano iniziato a
formarsi molto pri-
ma dell'epoca indi-
cata dai modelli, ed
è questo il punto
che lascia più per-
plessi. Per capire co-
me stanno le cose
bisognerebbe stu-
diare l'evoluzione
stellare in epoche
ancora più remote
di quella in cui si è
soffermato il team
danese, ma è più facile a dirsi che a farsi,
basti pensare che quella decina di galassie
oggetto dello studio non sono state analiz-
zate direttamente, in quanto troppo de-
boli, e si dovuto ricorrere a un collaudato
trucchetto per quantificarne il contenuto di
metalli: misurare l'intensità delle righe
spettrali in assorbimento nella luce di qua-
sar di sfondo. Ecco perché il campione è li-
mitato a una decina di casi, non è facile
trovare allineamenti favorevoli, pur es-
sendo innumerevoli le galassie primordiali
e non certo pochi i quasar presenti in epo-
che ancora più remote. Se fosse possibile
esaminare le componenti galattiche sicura-
mente presenti attorno a quegli stessi qua-
sar forse si troverebbe la soluzione alla
elevata metallicità del primo miliardo di
anni, ma per intuibili limiti strumentali ciò
non è ancora possibile.
Si può in compenso dedurre qualche utile in-
formazione d'insieme sui primissimi oggetti
apparsi nell'universo osservando la distribu-
zione della radiazione di fondo infrarossa,
al netto di tutte le singole sorgenti cono-
sciute. Lavorando in questa direzione, il
team di Alexander Kashlinsky (NASA's God-
dard Space Flight Center in Greenbelt, Ma-
ryland) ha utilizzato le più recenti riprese del
telescopio spaziale infrarosso Spitzer per in-
dividuare due regioni di cielo nelle quali due
concentrazioni di radiazione posso essere
consistenti con un'elevatissima attività stel-
S
otto vediamo
il residuo di
fondo infrarosso
scoperto da Spit-
zer (in B) rimasto
dopo la sotta-
zione dei altri og-
getti celesti (in
A). Le aree più
chiare indicano
una forte attività
stellare nell’uni-
verso primor-
diale. (NASA/JPL]
1...,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44 46,47,48
Powered by FlippingBook