l'Astrofilo luglio 2012 - page 40

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
binato con le varie fasi possibili delle recipro-
che eclissi finirebbe col generare una curva
di luce sicuramente complessa, ma probabil-
mente ricorrente sul lungo periodo e comun-
que non caratterizzata dall’imprevedibilità
riscontrata nei dati osservativi.
A questo punto, per il team di Rappaport
l’unico scenario plausibile rimane quello del
transito di un pianeta che a causa dell’alta
temperatura perde massa, la quale va a for-
mare una specie di coda cometaria a densità
variabile in ragione dell’efficienza del mec-
canismo di produzione del materiale che co-
stituisce la coda stessa.
Un pianeta posto a un paio di milioni di km
di distanza da una stella avente temperatura
fotosferica di circa 4100°C ha inevitabilmente
a sua volta una temperatura superficiale
molto elevata, non lontana dai 2000°C, più
che sufficiente a mantenere qualunque strut-
tura rocciosa allo stato fuso e a generare cor-
renti ascensionali talmente poderose da
trasportare verso l’alto ingenti quantità di
gas e polveri
Le simulazioni indicano che numerosi ele-
menti, anche relativamente pesanti (quelli
che fondono oltre i 2000°C sono pochi e
rari), finirebbero con l’alimentare una densa
atmosfera soggetta a continua dispersione
nello spazio a causa della pressione della ra-
diazione stellare, dell’attrito con il mezzo in-
terplanetario e per i violentissimi venti che
si sviluppano al suo interno in conseguenza
della forte escursione termica fra i due emi-
sferi, quello forse perennemente esposto
alla stella e quello in ombra.
Sarebbe proprio la dispersione dell’atmo-
sfera planetaria lungo l’orbita a generare le
irregolarità nella curva di luce durante i tran-
siti; ci si aspetta infatti che l’evaporazione
non sia costante e uniforme, bensì soggetta
a fluttuazioni dipendenti dall’attività foto-
sferica della stella e da una molto probabile
e non meno variabile attività vulcanica del
pianeta, sottoposto com’è non solo ad ele-
vate temperature ma anche a forti stress
gravitazionali, che uniti alla non trascurabile
radioattività naturale tipica di un oggetto
giovane non possono che tenere buona
parte dell’interno planetario allo stato mag-
matico. Affinché il pianeta di KIC 12557548
possa trovarsi realmente nelle condizioni ap-
pena descritte è però necessario soddisfare
almeno un importante requisito: le sue di-
mensioni devono essere paragonabili a quel-
le di Mercurio o poco più, con una massa che
non superi il doppio di quella dello stesso
Mercurio. Con queste caratteristiche di base
e con una composizione tipica dei pianeti
rocciosi, l’oggetto in questione impieghe-
rebbe 100-200 milioni di anni per evaporare
completamente. Quel lasso di tempo è com-
E
cco come un
ipotetico os-
servatore vedreb-
be il transito del
pianeta con la
coda trattato in
questo articolo.
KIC 12557548b
non è l’unico pia-
neta dotato di
coda, c’è anche
HD 209458b, sul
quale il processo
di evaporazione
riguarda però so-
lamente i gas at-
mosferici. [NASA,
JPL-Caltech]
1...,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39 41,42,43,44,45,46,47,48
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