NEBULOSE
ASTROFILO
l’
divulgativo. Sembra impossibile rimanere an-
cora sorpresi da ciò che Hubble può fare, ep-
pure basta guardare l'immagine delle due
pagine precedenti per rimanere sbalorditi:
quella che agli occhi degli astrofili è sempre
apparsa come una silhouette piatta e oscura,
proiettata su una nebulosità moderatamente
brillante si è trasformata in una tridimensio-
nale ed eterea nebulosa, delicatamente co-
lorata, che si staglia su un cielo nero e terso,
colmo di stelle e di piccole galassie. Un'imma-
gine straordinariamente bella, una delle più
spettacolari fra quelle prese con la Wide Field
Camera 3.
Posta a circa 1500 anni luce dalla Terra, nel
cuore del complesso di nubi molecolari di
Orione, poco a sud di Alnitak (la stella più
orientale della cintura di Orione), la Testa di
Cavallo è sempre stata un oggetto celeste
sfuggente, fin dalla sua scoperta, avvenuta
nel 1888 ad opera di Williamina Fleming, su
una lastra fotografica esposta all'Harward
College Observatory. Una trentina di anni
dopo, Edward Emerson Barnard la inserirà
nel suo catalogo delle nebulose oscure, asse-
gnandole il numero 33.
Improbabile da osservare e fotografare con
soddisfazione utilizzando piccoli strumenti
amatoriali, la Testa di Cavallo inizia a mo-
strare qualche dettaglio solo attraverso stru-
menti medio-grandi, meglio se dotati di
appositi filtri. È comunque solo con i tele-
scopi professionali che si riescono a indagare
i processi che avvengono in quella nebulosa
e che plasmano la sua mutevole forma, sot-
toposta all'azione delle stelle ad essa più vi-
cine e anche di quelle che vanno nascendo
al suo interno. Tutto il complesso nebulare
di Orione è infatti una fucina di stelle e tutte
le componenti gassose visibili in quell'area
vanno soggette a lente ma inesorabili tra-
sformazioni, che si concluderanno con la
loro evaporazione. Il gas che non parteci-
perà attivamente alla formazione di nuovi
Q
uesta spaventosa immagine del complesso
di nubi molecolari di Orione ci dà l’oppor-
tunità di indicare al meglio la posizione della
Testa di Cavallo e di mostrarla nella sua versio-
ne “classica”. Il campo del complesso è così sa-
turo di strutture e così ricco di dettagli e colori
che la celeberrima M42 passa quasi inosserva-
ta. Il nord è a sinistra. [Rogelio Bernal Andreo]
astri sarà spazzato via dalla pressione della
radiazione e dei venti delle stelle neonate.
Nel caso specifico della Testa di Cavallo si
stima che si dissolverà entro 5 milioni di anni.
Che vada soggetta all'influenza delle stelle
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