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CORPI MINORI
Lo scorso febbraio la Natura ci ha ricordato quanto siamo piccoli e indi-
fesi di fronte alle sue manifestazioni di potenza. E’ bastato un meteorite
grande come una villetta per gettare il panico su una numerosa popola-
zione e per provocare danni non irrilevanti. Lassù ci sono oggetti molto
più grandi in grado di venirci addosso e per ora non possiamo farci nulla.
MARZO 2013
L
a mattina del 15 febbraio 2013 sarà
ricordata per lo straordinario bolide
che è sfrecciato nei cieli della Russia
meridionale, prima di esplodere con im-
pressionanti conseguenze. Ne hanno par-
lato diffusamente i media di tutto il mon-
do, spesso non con il dovuto rigore, e ciò
ha contribuito a creare una certa confusio-
ne attorno a quanto realmente avvenuto.
Il concomitante transito a breve distanza
dalla Terra di un secondo meteorite, un po’
più grosso di quello entrato in atmosfera,
nonché l’allarmismo bellico di un nostal-
gico statista sovietico e le esoteriche profe-
zie non ancora sopite sulla fine del mondo
hanno fatto il resto.
Vediamo quindi di mettere un po’ d’ordine
in quello che è successo, fornendo ai nostri
ASTROFILO
l’
A
doppia pagi-
na, la storica
immagine della
scia prodotta dal
meteorite disinte-
gratosi il 15 feb-
braio 2013 nell’at-
mosfera sopra
Chelyabinsk. La
scia è chiaramente
doppia, sia prima
sia dopo l’esplo-
sione (avvenuta
dove la larghezza
si riduce improv-
visamente). Si
trattava forse di
un meteorite bi-
nario a contatto?
[AP Photo]
lettori un quadro il più preciso possibile
sull’evento, attingendo dati e informazioni
varie solo da fonti ufficiali, fra le quali RIA
Novosti, ITAR TASS, Pravda e Interfax.
Il fenomeno ha avuto apice alle ore 09:20:26
con l’esplosione del bolide in cielo, poco ad
est dei Monti Urali, in prossimità della città
di Chelyabinsk, ma la sua visibilità e i suoi
effetti hanno interessato in tempi legger-
mente diversi un’area più ampia che com-
prende diverse altre città, fra le quali Yeka-
terinburg, Tyumen e Kurgan.
I primi rilanci di agenzia, conditi spesso
dalle libere interpretazioni dei comunicatori
finali, hanno dato vita a diverse versioni
dell’accaduto. Limitandoci ai media italiani,
la prima versione è stata quella di una co-
piosa pioggia di meteoriti, e questo perché